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Le direttrici deLLa sua vita



Apostolo della Parolascienza e della piet̀, della saggezza e dell’arte pasto- A Lourdes, nel 50° 
L’immagine pì viva del Longhin ̀ quella di maestro rale di mons. Longhin», disse G. Carraro. Tenne conto anniversario delle 
apparizioni, Mons. Longhin 
e predicatore (era dotato di una grande voce), funzio- delle osservazioni e dei suggerimenti dei vicari foranei presiede il pellegrinaggio 
ne essenziale del pastore di una diocesi.e di altri sacerdoti, di altri vescovi e di sinodi celebra- nazionale (11-02-1909).
Non improvvisava mai e si preparava diligentemen- ti altrove, ma lo concep̀ e predispose personalmente, 

te, anche per gli interventi pì semplici. Controllava esponendolo in un latino chiaro e forbito.
alle fonti la s. Scrittura, i testi dei concili, dei Padri e La lettura di quel testo consente di cogliere l’anima 

dei dottori della Chiesa. La sua esposizione era ordina- del pastore, che ha davanti l’intera diocesi, ne studia e 
ta, la trama proporzionata e trasparente. Non manca- ne analizza i valori positivi e quelli negativi, le tradizio- 
ni da conservare e le nuove iniziative da intraprendere 
vano, soprattutto nelle omelie, i momenti di quel fer- 
vore che gli saliva dal cuore con vigore e calore tali da e da sviluppare, i segni dei tempi e le loro istanze, le 
trascinare l’uditorio, ma nulla di retorico, ampolloso, persone e le istituzioni, la vita della singola parrocchia 

eccessivo.e della diocesi nel tessuto vivo e organico della Chiesa.
Longhin predic̀ moltissimo, in diocesi e fuori, al 

popolo, al clero, ai religiosi. Era instancabile, tanto che Longhin e il clero diocesano
Pio X gli raccomand̀ pì di una volta di limitarsi e di A questo riguardo esiste l’eccellente lavoro di un 
risparmiare la salute.prete trevigiano, mons. Giovanni Bordin, attualmente 

Le prediche pubblicate costituiscono una docu- parroco di Riese Pio X: Un Vescovo per i suoi preti. L’at- 
mentazione illuminante della sua intensa attivit̀ di tivit̀ pastorale di Andrea Giacinto Longhin Vescovo di 

pastore e sono uno specchio fedele della straordinaria Treviso (1904-1936) per la vita spirituale del clero dio- 
ricchezza del suo spirito.cesano, Treviso 1973.
«Molti hanno affermato che se il Longhin ha lascia- 

Pastore illuminato e infaticabileto un’impronta nella diocesi trevigiana ed ̀ riuscito 
Una diocesi va anche governata. Dobbiamo ricono- a realizzare tante e grandiose opere apostoliche lo si 

scere che Longhin non possedeva una grande «arte di deve, tra l’altro, anche alla iducia e stima che i suoi 
governo», intesa come abilit̀ o iuto amministrativo, sacerdoti gli hanno sempre dato e alla loro generosa e 

tecnica dell’organizzazione, saper imporre e conser- fedele collaborazione. Ebbe un’intuizione, il Longhin, 
vare una disciplina esterna e formale. Non gli manca- all’inizio del suo episcopato: operare sui sacerdoti per 
vano, invece, la capacit̀ del governo pastorale, l’illu- renderli migliori, per renderli preparati, per renderli 

minata e organica strategia dell’apostolato, un piano disponibili e santi. Il resto sarebbe venuto da ś! A loro 
ordinato, progressivo, adattato alle realt̀ insorgenti e dedic̀ una grande parte della sua opera pastorale e ci 

prevedibili.riusc̀» (G. Bordin, cit., p. 69).
La migliore sintesi delle linee direttrici del suo I sacerdoti sapevano di avere in Longhin un padre 
attento e sollecito, una guida illuminata e sicura, un 
piano d’azione pastorale si ritrova in quello che fu 
giustamente considerato il suo capolavoro, il Sinodo difensore intrepido e, all’occorrenza, un monitore se- 
diocesano del 1911, «il monumento pì insigne dellavero, un giudice retto e imparziale.



































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