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Le direttrici deLLa sua vita



Maestro di spiritualit̀con i loro scritti. Tutto francescano in teologia e in spi- Intensa e continua fu 
La spiritualit̀ e la piet̀ vissute e insegnate da ritualit̀, conosceva e usava il domenicano s. Tommaso l’attenzione ai suoi preti, 
nel Seminario e nelle 
Longhin erano tutta sostanza. Niente devozionalismo, con piena padronanza e con intenso amore; a lui si rifa- parrocchie.
dilettantismo, supericialit̀, sterile sentimentalismo ceva anche nella soluzione di problemi spirituali.
o fantasie illusorie. Aveva un iuto particolare per co- 

gliere nelle persone la vera esperienza di Dio, distin- Mezzi e mete di spiritualit̀
guendo quello che era genuino nella devozione e nella 1) Preghiera.

virt̀ da quello che era apparenza, illusione e frutto di La regolarit̀ e la durata della sua preghiera quoti- 
fantasia.diana sono gì una prova del valore che egli le attribui- 
va: era regola imprescindibile l’ora di meditazione ogni 
La sua era una spiritualit̀ illuminata e fondata sul- 
la dottrina della Chiesa e sulla pì sicura teologia della giorno, di buon mattino, d’inverno e d’estate, anche nei 
vita interiore. Quando, nelle conversazioni, si toccava- periodi e nei giorni di pì intenso lavoro; poi venivano 

no questi argomenti, si sentiva subito il teologo e l’e- la recita devota del breviario, del rosario quotidiano e 
sperto direttore di anime, che veriicava ogni afferma- lunghi spazi di tempo per l’adorazione davanti al taber- 

zione ed esperienza alla luce della Parola di Dio, della nacolo, anche nelle ore notturne o davanti all’Eucari- 
dottrina teologica e dell’esperienza dei grandi mistici stia esposta nella chiesetta dell’adorazione.
e maestri di spiritualit̀.2)La volont̀ di Dio.

Era una spiritualit̀ di chiara impronta francesca- Era il punto di riferimento essenziale della sua spi- 
na: s. Francesco, s. Chiara, s. Bonaventura, il cappucci- ritualit̀. «Qualunque cosa Dio voglia fare di noi e della 

no s. Lorenzo da Brindisi erano spesso citati nelle sue nostra vita lo faccia. Egli ̀ il padrone e noi, da buoni 
prediche. Il suo stile di vita semplice e povero, l’umilt̀, servi, dobbiamo obbedirgli alla cieca e senza lamenti, 
perch́ quello che fa Dio ̀ sempre ben fatto... ̀ bello 
lo spirito di sacriicio, l’attenzione e la disponibilit̀ ad 
andare incontro ai bisogni dei fratelli ne mostravano la servire Dio, ma ̀ pì bello servirlo nel dolore ino alla 
profonda assimilazione.morte ».

Questo non gli impediva di appassionarsi alle espe- Queste parole, che egli dett̀ per una lettera alla sua 
rienze di altri mistici e di amare profondamente la parente canossiana, suor Maria Beggiato, pochi mesi 

teologia di s. Tommaso d’Aquino. Appassionato di stu- prima di morire, tracciano una delle linee pì spiccate 
di e di ricerche di ascetica e mistica, lettore assiduo della isionomia spirituale di mons. Longhin ed espri- 
delle vite dei santi, sapeva individuare le note speci- mono, in sintesi, tutto il suo essenziale programma di 

iche di ognuno e inquadrarle nella ricca e variopinta vita spirituale.
esperienza della Chiesa. Lo provano luminosamente i Era evidente che la realt̀ della fede, il costante at- 

panegirici e i discorsi sui santi.teggiamento e desiderio di essere sempre in sintonia 
Dimostrava chiara preferenza per i due grandi mae- col pensiero di Dio e di conoscere la sua volont̀ lo do- 
minavano. Tutto il suo essere e il suo agire riletteva- 
stri dell’ascetica e della mistica, i carmelitani s. Teresa 
di Ges̀ (d’Avila) e s. Giovanni della Croce. I loro inse- no chiaramente un’anima che credeva con fermissima 
gnamenti spirituali, le loro massime e i loro indirizzi gli convinzione, che sperava con incrollabile iducia nelle 

iorivano nella predicazione e nella conversazione con realt̀ soprannaturali, che con virile energia intensa- 
tale spontaneit̀ da dimostrare la quotidiana familiarit̀mente amava.
































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