Page 84 - Abitare a Campodarsego
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Le direttrici deLLa sua vita
Maestro di spiritualit̀con i loro scritti. Tutto francescano in teologia e in spi- Intensa e continua fu
La spiritualit̀ e la piet̀ vissute e insegnate da ritualit̀, conosceva e usava il domenicano s. Tommaso l’attenzione ai suoi preti,
nel Seminario e nelle
Longhin erano tutta sostanza. Niente devozionalismo, con piena padronanza e con intenso amore; a lui si rifa- parrocchie.
dilettantismo, supericialit̀, sterile sentimentalismo ceva anche nella soluzione di problemi spirituali.
o fantasie illusorie. Aveva un iuto particolare per co-
gliere nelle persone la vera esperienza di Dio, distin- Mezzi e mete di spiritualit̀
guendo quello che era genuino nella devozione e nella 1) Preghiera.
virt̀ da quello che era apparenza, illusione e frutto di La regolarit̀ e la durata della sua preghiera quoti-
fantasia.diana sono gì una prova del valore che egli le attribui-
va: era regola imprescindibile l’ora di meditazione ogni
La sua era una spiritualit̀ illuminata e fondata sul-
la dottrina della Chiesa e sulla pì sicura teologia della giorno, di buon mattino, d’inverno e d’estate, anche nei
vita interiore. Quando, nelle conversazioni, si toccava- periodi e nei giorni di pì intenso lavoro; poi venivano
no questi argomenti, si sentiva subito il teologo e l’e- la recita devota del breviario, del rosario quotidiano e
sperto direttore di anime, che veriicava ogni afferma- lunghi spazi di tempo per l’adorazione davanti al taber-
zione ed esperienza alla luce della Parola di Dio, della nacolo, anche nelle ore notturne o davanti all’Eucari-
dottrina teologica e dell’esperienza dei grandi mistici stia esposta nella chiesetta dell’adorazione.
e maestri di spiritualit̀.2)La volont̀ di Dio.
Era una spiritualit̀ di chiara impronta francesca- Era il punto di riferimento essenziale della sua spi-
na: s. Francesco, s. Chiara, s. Bonaventura, il cappucci- ritualit̀. «Qualunque cosa Dio voglia fare di noi e della
no s. Lorenzo da Brindisi erano spesso citati nelle sue nostra vita lo faccia. Egli ̀ il padrone e noi, da buoni
prediche. Il suo stile di vita semplice e povero, l’umilt̀, servi, dobbiamo obbedirgli alla cieca e senza lamenti,
perch́ quello che fa Dio ̀ sempre ben fatto... ̀ bello
lo spirito di sacriicio, l’attenzione e la disponibilit̀ ad
andare incontro ai bisogni dei fratelli ne mostravano la servire Dio, ma ̀ pì bello servirlo nel dolore ino alla
profonda assimilazione.morte ».
Questo non gli impediva di appassionarsi alle espe- Queste parole, che egli dett̀ per una lettera alla sua
rienze di altri mistici e di amare profondamente la parente canossiana, suor Maria Beggiato, pochi mesi
teologia di s. Tommaso d’Aquino. Appassionato di stu- prima di morire, tracciano una delle linee pì spiccate
di e di ricerche di ascetica e mistica, lettore assiduo della isionomia spirituale di mons. Longhin ed espri-
delle vite dei santi, sapeva individuare le note speci- mono, in sintesi, tutto il suo essenziale programma di
iche di ognuno e inquadrarle nella ricca e variopinta vita spirituale.
esperienza della Chiesa. Lo provano luminosamente i Era evidente che la realt̀ della fede, il costante at-
panegirici e i discorsi sui santi.teggiamento e desiderio di essere sempre in sintonia
Dimostrava chiara preferenza per i due grandi mae- col pensiero di Dio e di conoscere la sua volont̀ lo do-
minavano. Tutto il suo essere e il suo agire riletteva-
stri dell’ascetica e della mistica, i carmelitani s. Teresa
di Ges̀ (d’Avila) e s. Giovanni della Croce. I loro inse- no chiaramente un’anima che credeva con fermissima
gnamenti spirituali, le loro massime e i loro indirizzi gli convinzione, che sperava con incrollabile iducia nelle
iorivano nella predicazione e nella conversazione con realt̀ soprannaturali, che con virile energia intensa-
tale spontaneit̀ da dimostrare la quotidiana familiarit̀mente amava.
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