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Le direttrici deLLa sua vita



Nel Seminario il Vescovo delicato amore per i genitori. La loro morte gli provoc̀ in conferenze, con toni appassionati e con argomenti 
incontra i giovani che si vivissimo dolore. Era sinceramente amico di tutti i ve- chiari e convincenti di carattere teologico e ascetico, 
sono distinti nella gara di 
cultura religiosa.scovi della regione; con qualcuno, per esempio col ve- additando l’esempio dei santi. Era uno che non affer- 
scovo di Belluno, mons. Cattarossi, era particolarmen- mava qualcosa senza esserne profondamente convinto 
te afiatato, legato da vincoli autenticamente fraterni.e cì che diceva, s’impegnava ad attuarlo lui stesso per 

Verso il papa nutriva riverente e iliale devozione e primo.
assoluta obbedienza. Del tutto speciali furono i suoi 

rapporti con Pio X, col quale era in grande conidenza, Uno stile di vita austero
come testimonia la ricca corrispondenza intercorsa tra Il primo tratto spirituale che tutti coglievano in 
Longhin, anche in un accostamento fugace, era l’au- 
di loro. Di Pio X si conservano gli originali di ben 52 
lettere inviate a Longhin tra il 1904 e il 1914, ma quel- sterit̀. Il portamento semplice e dignitoso, il volto 
le che Longhin scrisse a lui sono molte di pì. Se ne abitualmente composto a seriet̀ e rilessione (non 

conservano 121, altre 186 egli le indirizz̀ al segretario corrucciato!), il fare spontaneamente sobrio e misu- 
particolare del papa, mons. Giovanni Bressan, afinch́ rato manifestavano l’allenamento alla disciplina e al 

ne parlasse al papa, al quale si faceva scrupolo di far controllo di ś, diventato del tutto naturale. Nessuno 
perdere tempo.si meraviglì quando, dopo la morte, si trovarono tra 
A papa Sarto apriva l’animo con grande semplicit̀ e le sue cose cilici e lagelli, gli strumenti di peniten- 

iducia ogni volta che qualcosa di carattere spirituale o za che egli aveva continuato ad usare, portandoli dal 
temporale lo lasciava incerto o lo inquietava.convento. A qualcuno potrebbero sembrare anacro- 

Longhin era persona schietta e franca; aborriva da nistici, ma la millenaria esperienza ascetica insegna 
ogni forma, anche larvata, di doppiezza o di menzogna. che sono un mezzo eficace per tenere sotto controllo 
le passioni.
Sapeva essere riservato e conservare fedelmente il 
segreto ogni volta che il dovere, la carit̀ o la conve- La sua giornata: si alzava prestissimo, alle ore 4.00! 
nienza lo richiedevano. Ma se il suo compito o il mini- Seguivano un’ora di meditazione, la s. messa, lo stu- 

stero pastorale lo esigevano, esprimeva apertamente dio, le udienze. I pasti erano assai frugali e di breve 
il suo pensiero senza reticenze e senza sottintesi, condurata. Nel pomeriggio un breve riposo, quattro passi 

una franchezza che, talora, rasentava la rudezza.(quando era possibile; quasi sempre avevano come 
meta il seminario, l’ospedale, qualche chiesa o casa 
La Spiritualit̀religiosa), disbrigo della corrispondenza, preghiera 

Nella scelta di farsi cappuccino cogliamo un altro vespertina, e ancora studio, o udienze... Tutto era or- 
tratto del temperamento del Longhin, che andava dinato e si susseguiva senza soluzioni di continuit̀. 

all’essenziale delle cose. Vestito umile, piedi scalzi, All’ordine esterno, rigoroso e assiduo, corrispondeva 
vita penitente e orante: una via aspra, ma sicura e di- un’altrettanto assidua vigilanza interiore, con il do- 
minio abituale delle proprie tendenze e l’impegno 
ritta verso la santit̀. Alla perfezione evangelica ten- 
deva con tutte le sue energie e ad essa spingeva tutti: generoso a vivere sempre pì intensamente l’intimit̀ 
sacerdoti, religiosi e fedeli. Ne parl̀ innumerevoli vol- con Cristo e l’amore per i fratelli. La cura della vita 

te nella sua molteplice attivit̀ di predicatore: durante interiore e ascetica fu costante e progressiva, dalla 
i corsi di esercizi spirituali, nei ritiri, nelle missioni,prima et̀ ino alla serena morte.
































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