Page 70 - Abitare a Campodarsego
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figLio di contadini
“Questo, invece, vi canter̀ la Messa da morto”». bambino silenzioso e impegnato? I libri. Sia in casa, sia Poco pì di un casolare:
Giacinto cresceva agile e sveglio. «Era assai vivace quando usciva al pascolo, mentre le pecore brucavano l’umilissima casa natale
di Giacinto Longhin
- racconter̀ pì tardi pap̀ Matteo allo storico mons. l’erba in libert̀. A tenergli compagnia era, in quelle a Fiumicello
Marchesan, che lo intervistava - ma con tutto questo io occasioni, Rosina Tolom̀o, una cuginetta. Lei era inca- (nato il 22-11-1863).
non ho mai avuto occasione di ricorrere a richiami o adricata di badare alle quattro o cinque pecore, mentre
asprezze per farmi ascoltare».egli se ne stava tutto solo con i suoi libri.
Se, isicamente, assomigliava alla mamma, esile e diDell’Infanzia semplice e povera abbiamo un ricordo,
carnagione scura, come temperamento era molto simi- conidato da mons. Longhin in una lettera del 7 genna-
le a pap̀: preciso e deciso.io 1916 a madre Giuseppina Margherita Bergami, su-
periora delle visitandine: «Quand’ero sui dieci o undici
A sette anni, Giacinto inizì a frequentare la scuola
elementare, che si trovava a met̀ strada tra le frazioni anni - scrisse, tra l’altro - facevo il mercatino di questa
di Fiumicello e Bronz̀la. Ebbe come maestro l’ottimo roba [le fave]; ogni domenica la mamma mi preparava
Federico Pinaffo, un barbuto (era la moda) che veniva il cesto di fava, che io vendevo ad un centesimo al gotto
da Campodarsego. Ben presto incomincì ad apprez- [bicchiere]».
zare quel piccolo, sempre attento e interessato, e a se-
guirlo con predilezione.Prete o frate?
A scuola Giacinto non andava di malavoglia (come Non ̀ dificile pensare che le mamme di Fiumicello
spesso succedeva ai bambini di campagna), ma con invidiassero un iglio cos̀ bravo da sembrare perfetto.
sorprendente desiderio di apprendere. Lo stesso per la Come pure che lo indicassero ai propri igli (soprat-
scuola della dottrina cristiana. Super̀ brillantemente tutto se troppo vivaci o svogliati) come modello da
le domande di catechismo, quando il vescovo ausiliare imitare.
Giacinto aveva anche un’altra caratteristica: sapeva
di Padova, mons. Antonio Polin, venne a Fiumicello in
visita pastorale.reagire con forza, di fronte a tutti, quando entravano in
Il primo giorno di scuola, pap̀ Matteo gli aveva det- gioco l’onore di Dio e il buon costume. Un giorno and̀
to: «Ricordati, Giacinto, che a scuola devi andare da a pescare lungo i fossati col signor Amadio De France-
solo e da solo ritornare». Aveva paura che la cattiva schi, suo padrino. Il santolo pescava ed egli custodiva i
compagnia di qualche coetaneo rovinasse quel giudi- pesci in una zucca. Il pescatore, per̀, aveva il vizio di
zioso e unico iglio. Giacinto ubbid̀ sempre senza iata- bestemmiare. Ad ogni imprecazione Giacinto interve-
re, anche perch́ nemmeno a lui garbava perdere tem- niva per correggerlo, ma, visto che l’altro continuava
po. Quale poteva essere, allora, la compagnia di questoimperterrito, ad un certo punto scaravent̀ i pesci in
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