Page 69 - Abitare a Campodarsego
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rodolfo saltarin
f
igLio
di contadini
C
olui che sarebbe diventato superiore dei cap- sta degli Scaligeri, dei Carraresi, dei Visconti, dei Ve-
puccini della Provincia Veneta, vescovo nella neziani.
terra natale di s. Pio X, coraggioso animatore La prima documentazione di una visita episcopa-
durante la grande guerra 1915-18 e il samaritano dei le a Fiumicello, come comunit̀ cristiana, risale al 17
socialmente piccoli, nacque nel tardo pomeriggio del aprile 1456. Sono da ricordare le visite pastorali del
22 novembre 1863, una domenica, quando su Fiumi- santo vescovo di Padova, Gregorio Barbarigo, in tre di-
cello calavano le ombre della sera.verse occasioni, 1669, 1680 e 1695. Nella seconda met̀
I genitori, Matteo e Giuditta Marin, avevano atte- dell’Ottocento, la parrocchia di Fiumicello contava al-
so a lungo quel giorno e quel momento. Il frugoletto, cune centinaia d’abitanti.
che inalmente potevano contemplare e baciare, era I campi erano normalmente circondati da fossati,
arrivato solo dopo tre anni e otto mesi dal loro matri- sui bordi dei quali crescevano olmi e ontani. L’orizzon-
monio. Quasi non ci speravano pì. ̀ per questo che te era interrotto soltanto da ilari di viti, gelsi ed aca-
il giorno dopo, don Domenico Tr̀lese lo battezz̀ con cie. Non esisteva un agglomerato urbano. Il silenzio e
due nomi, Giacinto e Bonaventura.la solitudine regnavano sovrani e contribuivano a for-
La vecchia casa natale, ora rimodernata (una lapi- mare il carattere asciutto, ma sincero, degli abitanti,
de ricorda l’antica), la si incontrava lungo «Via Stra- contadini dal volto secco, dalle braccia robuste e dalle
elle». Era una modestissima casa di ittavoli, tipica co- mani callose.
struzione dei contadini poveri. La chiesa del battesimo
̀ l’attuale, dedicata a s. Nicol̀ di Bari e costruita negli La famiglia Longhin
anni 1760-64.Matteo e Giuditta, pap̀ e mamma di Giacinto (in
casa sempre chiamato conidenzialmente Cincio),
Fiumicelloerano contadini. Si guadagnavano il pane quotidiano
Sembra che tutto debba essere piccolo in questo spremendolo dai quattro campi, ricevuti in afitto dal-
paese, chiamato «Fiumicello», perch́ attraversato da la signora Elvira Guelandra, vedova Pezzoli, di Vene-
una modesta derivazione del torrente T́rgola. E in- zia. Matteo era robusto e ben squadrato, Giuditta era
vece non mancano cose importanti. Si trova, infatti, piccola e di salute malferma.
inserito nel bel mezzo del famoso «graticolato», che Il pap̀ era persona d’intelligenza brillante e sicura
ricorda un insediamento romano, forse di soldati vete- di ś. Parlava poco, ma parlava convinto. Non si faceva
rani, che si fa risalire al I secolo dopo Cristo.intimidire da nulla e da nessuno. Quand’era vescovo,
Impadronitisi dell’agro patavino, gli antichi soldati Andrea G. Longhin conid̀ un giorno al parroco di Fiu-
romani disegnarono su di esso, mediante un reticolo micello, don Federico Martin: «Quando pap̀ parlava,
di strade parallele e perpendicolari, una grande scac- comandava; non bisognava rispondergli, ń fargli os-
chiera. Il lato di ognuno di questi enormi quadrati ̀ di servazioni: era necessario solo obbedire».
700 m. Chi arriva da Padova dalla strada principale, Mamma Giuditta, come quasi tutte le donne dell’e-
incontra Fiumicello in uno di questi e, precisamente, poca, era incline all’obbedienza e alla sottomissione.
nel quinto.Fu lei a curare, in prima battuta, la formazione del i-
Le notizie del periodo romano iniscono qui. Al Fiu- glio: gli comunic̀ una fede viva e una soda piet̀ con
micello degli antichi tempi, per̀, accenna una «carta» parole calde e con fatti convincenti. Anche se fragi-
del 20 giugno 828, secondo la quale papa Gregorio IV le, non le mancavano ierezza e dignit̀. Parlando del
conferma al monastero benedettino di s. Giustina di iglio, disse alla nipote Anna Longhin con decisione:
Padova alcuni beni, fra cui la chiesa del luogo. ̀, inol- «Che il Signore se lo prenda, piuttosto che cresca cat-
tre, ricordato in due bolle pontiicie, una di Celestino tivo!».
II (1123) e una di Eugenio III (1145).Altro esempio di ierezza, conidato da mons. Lon-
Nel periodo comunale, anche Fiumicello si resse ghin a da don Emilio Marcon, suo ultimo segretario:
come comune libero ed autonomo. In seguito, segù le «Quante volte, entrando persone estranee in casa, mia
alterne vicende di tutto l’agro patavino, nel complesso madre mi nascondeva, perch́ si vergognava di me, che
66periodo storico che vide il passaggio dal Comune alla ero tanto meschino. Una volta che un tale si arrischì
Signoria, dalla Signoria al Principato: terra di conqui-di dirle che sarei morto presto, gli rispose seccata:
ABITARE A cAmpodARsEgo