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Ma un’altra chiesa sandanielese deve addirittura la sua origine, seppure indirettamente, a Pellegrino: per ospitare una
Madonna col Bambino (inserita nell’ovale dell’altar maggiore) affrescata dal pittore udinese nel 1506 insieme ai santi Giuseppe e Giovanni Battista (perduti) sul muro di cinta di un podere e almeno dal 1617 oggetto della devozione popolare, nel 1636-37 fu costruita la chiesa della Madonna di Strada,
annoverabile fra gli edifici più interessanti del barocco friulano e arricchita dalla facciata realizzata nel 1901 su progetto di Raimondo D’Aronco, dalla bronzea
Via Crucis realizzata su bozzetti di Antonio Treleani nel 1955 e dagli affreschi eseguiti da Domenico Fabris sul soffitto dell’aula nel 1887 e da Renzo Tubaro sulle volte del presbiterio e del coro nel 1953-54. Accanto al santuario, nei restaurati locali dell’ex convento domenicano, ha oggi sede il Museo civico del territorio, istituito nel 1981 (prima sede fu l’ex ospedale di Sant’Antonio) per raccogliere opere d’arte provenienti da chiese della città o del circondario danneggiate da
i terremoti del 1976. Attualmente nella suggestiva sede espositiva sono conservati reperti archeologici, provenienti da campagne di scavo e ritrovamenti sporadici in territorio sandanielese o in altre località friulane, e testimonianze artistiche di indubbio interesse, fra le quali si possono ricordare: due fronti di sarcofaghi paleocristiani con iscrizioni (secc.
III-IV) e due plutei con decorazione a intreccio trivimineo di epoca
carolingia, provenienti dalla chiesa di San Daniele in Castello;
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il bassorilievo
raffigurante l’Adorazione dei Magi un tempo murato all’esterno dell’abside della chiesa castellana romanica; un polittico ligneo a due piani di schema vivarinesco della prima metà del Quattrocento, attribuito agli artisti veneziani Paolo di Amedeo e Michele
Giambono; un lacerto affrescato del 1475 raffigurante Gesù fra i dottori nel
tempio, strappato dalla chiesa di Sant’Antonio abate; l’altare ligneo con il
Compianto sul Cristo morto a tutto tondo e cinque figure di santi a tempera, scolpito e dipinto nel 1488 dal bavarese Leonardo Thanner per la chiesa di Santa Maria della Fratta; il polittico cinquecentesco in legno intagliato e dorato, attribuito a Donato de’
Bagatinis, e la bella Madonna col Bambino realizzata da Francesco da Milano verso il 1520, originariamente conservati nel duomo; la tela secentesca raffigurante l’Incontro di Abramo con i tre
forestieri, attribuita a Bernardo Strozzi e proveniente dal lascito
Vidoni. Materiali didattici affiancano invece i pezzi originali nella sezione museale dedicata alla cultura materiale del basso Medioevo friulano, che offre al visitatore un assaggio della vita quotidiana nei castelli che nell’età di mezzo coprirono gran parte del Friuli, in particolare la zona collinare. Compresa San Daniele, che all’inizio del
III millennio dell’era cristiana offre ancora al visitatore un “piccolo ed entusiasmante
tour” fra le sue bellezze culturali, dalla seducente, inevitabile conclusione… culinaria!
Fine articolo
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