Page 92 - Abitare a Campodarsego
P. 92
iL vescovo deL monteLLo e deL piave
per deicienza di locali sia per la preoccupazione di im- amministrati, che sono poveri, gli ammalati e i vecchi Giornata del Sindacato
provvise incursioni nemiche». «Sono angustie, Padre ». Concludeva: «Siamo rimasti soli nella citt̀ deserta» Agricolo di Cittadella:
mons. Longhin ne benedice
Santo- concludeva con l’animo a pezzi -, che premono (14.11.1917).la bandiera (Montebelluna,
da ogni parte e alle quali non pù dare conforto che la In un’altra lettera aggiungeva che i dirigenti del ri- 15-09-1912).
sola iducia dall’alto».covero, che ospitava quasi 400 anziani, cos̀ come i re-
sponsabili dell’ospedale civile, non avevano saputo far
Resta al suo posto nonostante il gravissimo pericolodi meglio che arraffare cassa, registri e quant’altro era
Vi sono altri aspetti, oltremodo eloquenti, che, in- possibile e ilarsela lesti-lesti senza curarsi d’altro. Un
sieme al pastore intrepido e all’infaticabile uomo di Istituto di 20 anziane, raccontava sempre il Longhin,
che aveva ben due milioni di capitale, aveva dovuto
Dio, rivelano in mons. Longhin il cittadino e il patriota
eroicamente dedito al proprio dovere. ̀ noto che egli andare a Roma in cerca di elemosina, perch́ i preposti
e il suo clero, nonostante i gravissimi pericoli e le in- le avevano lasciate sul lastrico. «Vere ignominie», com-
dicibili privazioni, s’imposero di rimanere accanto alle mentava amaramente.
loro popolazioni, prestando assistenza spirituale e ma- Mentre Treviso si trasformava in un formicaio di
teriale anche nei momenti pì tragici del conlitto. Fin soldati sbandati, di profughi spaesati e affamati, di
dall’inizio, ad esempio, i sacerdoti si prestarono per il gente in cerca di un rifugio e di un po’ di assistenza,
servizio negli ospedali di riserva.anche il sindaco pens̀ bene di squagliarsela, andan-
Il vescovo si rec̀ anche nelle zone calde del fron- do a organizzare la vita amministrativa del comune
te per visitare gli ammalati negli ospedali di Mestre, di Treviso in un luogo davvero fuori pericolo: Pisto-
Ponte di Piave, San Doǹ, Meolo, Montebelluna, Pe- ia! Tutto quello che seppe fare prima di andarsene,
derobba, come pure per visitare i soldati nei luoghi fu «consegnare» la residenza municipale nelle mani
d’un vecchio impiegato in pensione, lasciandolo,
di ritrovo e nei centri della Croce Rossa. Tutto questo
scombussolamento non si rivel̀, purtroppo, che un pe- per̀, senza aiuto di sorta.
riodo di transizione al peggio. Con la rotta di Caporetto
e il dilagare delle truppe nemiche nella pianura pada- Prende in mano l’amministrazione
na, le autorit̀ civili di Treviso pubblicarono un mani- della citt̀ di Treviso
festo patriottico, esortando tutti a rimanere ai propri Di fronte al fuggi-fuggi generale, emersero con mag-
posti. Non pass̀ molto tempo e quando il pericolo si giore evidenzia il coraggio e la grandezza d’animo del
fece incombente, le stesse autorit̀ civili si misero in Longhin. Fu lui, con i sacerdoti e con qualche laico vo-
fuga e abbandonarono citt̀ e cittadini al loro destino. lonteroso, a prendere in mano la situazione e, pur sotto
«Non solo le autorit̀ civili in massa - scriveva Longhin l’incubo di un’imminente invasione, provvide all’ammi-
al prevosto di Montebelluna, mons. Giuseppe Furlan -, nistrazione dell’ospedale e all’assistenza dei profughi;
ma tutti i membri delle Opere Pie scapparono al pri- organizz̀ un comitato che facesse fronte ai bisogni pì
urgenti della citt̀, che pensasse agli approvvigiona-
mo odore della polvere tedesca, lasciando in asso gli
89
ABITARE A cAmpodARsEgo