Page 80 - Abitare a Campodarsego
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vescovo di treviso
̀ Vescovo a 40 anni 
(17-04-1904).

come predicatore nella diocesi di Venezia, ma anche 
in quella di Padova, per la vasta cultura teologica e 

per le spiccate doti oratorie.

Voi vi «intrufolate» e vi trovate fatto vescovo!

Dobbiamo il seguente gustoso racconto a don Emilio 
Marcon, l’ultimo segretario personale di Andrea Gia- 

cinto Longhin, il quale ricordava con piacere l’episodio.
Nell’ottobre del 1903 un gruppo di veneziani si reca 

in pellegrinaggio a Roma per salutare e venerare il 
patriarca, da poco diventato Papa. Tra i pellegrini ci 
sono anche due padri cappuccini. Pio X riceve i suoi ex 

diocesani in udienza privata e conversa affabilmente 
con loro. Ad un certo punto si rivolge ai cappuccini e 

chiede: «Com’̀ che p. Andrea non ̀ venuto con voi?». 
Rispondono che le sue mansioni di Provinciale non 
gliel’hanno permesso. Il papa sorride e commenta un 

po’ misteriosamente: «Eh, eh, verr̀, verr̀.».
Passano alcuni mesi. L’otto aprile dell’anno seguen- 

te, 1904, p. Andrea si reca a Roma, accompagnato dal 
confratello p. Seraino da Udine, per portare al postu- 

latore generale dei cappuccini gli Atti del processo 
della la causa di beatiicazione del servo di Dio p. Mar- 
co d’Aviano.

Ne approitta per chiedere un’udienza all’amato e 
venerato amico Papa. Pio X lo accoglie con molta cor- 

dialit̀ e lo invita a ripassare da lui, prima di ritornare 
a Venezia. L’11 aprile, p. Andrea ̀ di nuovo in Vaticano 
per salutare il Papa, che, per il giorno seguente, gli 

chiede di recarsi presso la Congregazione del s. Uficio, 
perch́ «devono parlargli».

P. Andrea esegue. Gli fanno una specie d’esame, ter- 
minato il quale, ritorna, come ̀ rimasto d’accordo, dal 

Papa. Pio X gli chiede com’̀ andata. Riferisce che gli 
hanno assegnato alcuni versetti biblici da commentare 
per iscritto.

«Non vi hanno detto altro?», prosegue Pio X. «No, 
santit̀». «Si capisce. Essi sono tenuti al segreto, ma 

mi no! I vol farve vescovo di Treviso e mi go caro [vo- Strumenti 
gliono farvi vescovo di Treviso e io ho piacere]».penitenziari che egli us̀ 
«Ma, santit̀?!. Non mi vedo adatto a un peso cos̀ anche da Vescovo.

grande»
«E mi no lo go pì grando? [Ed io non ce l’ho pì 

grande?]».
P. Andrea ̀ esterrefatto, ma Pio X incalza (sempre 

in dialetto veneto): «Domenica, a Trinit̀ dei Monti, 
il mio segretario [di Stato] consacrer̀ un vescovo; 
vu ve intrufoĺ. e vegǹ fora vescovo, sensa farghe 

spendar soldi al convento o a la me diocesi, che la ze 
povera. [voi vi “intrufolate” e ne uscite vescovo, senza 

far spendere denaro al convento o alla mia diocesi, che 
̀ povera].
P. Andrea scoppia a piangere e il Papa lascia che si 

sfoghi. Poi, con grande amabilit̀, prosegue: «Voi siete 
povero, la diocesi ̀ povera.: penso io alle vesti epi- 

scopali». Subito gli offre la croce pettorale e l’anello e 
l’informa che avrebbe mandato il sarto della sartoria 
pontiicia alla casa generalizia per confezionargli le ve- 

sti. Gli chiede se ha un orologio e, alla risposta negativa, 
osserva che egli, di orologi, ne riceve tanti, anche d’oro. 

Gliene dona uno di altro metallo, perch́, commenta, 
«dovete sempre conservare lo spirito di povert̀!».





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