|
Rocco sovrastato da una Pietà particolarmente riuscita, eseguiti nel 1510-12 da Carlo da Carona.
Sulla cima del colle (m 260 slm), intorno alla chiesa dedicata al profeta, si sviluppò il primo abitato medievale: i numerosi interventi sull’edificio di culto furono sicuramente legati ai successivi nuovi assetti del complesso castellano e al conseguente aumento del nu-mero degli
habitatores feudali; in seguito però la posizione venne progressivamente abbandonata e la cittadella, sede del pubblico mercato più importante del Friuli dopo quelli di Aquileia e Cividale, si estese all’intero terrazzamento sudoccidentale (m 250), scendendo poi gradualmente lungo i versanti del poggio verso la pianura (m 175) fino ad unirsi ai borghi rurali circostanti, formati dalle caratteristiche
dimore rustiche “a corte”.
A parte i dati di scavo, poco si sa delle origini del castello sorto sul colle, sommariamente descritto in un documento del 1203 ma ricordato almeno dal
XII secolo e forse già dall’XI proprietà dei patriarchi di Aquileia, dai quali fu infeudato a nobili ministeriali che più tardi ottennero in feudo pure il castello di Varmo di Sopra assumendo il nome degli estinti omonimi signori. Posto in posizione strategica e più volte danneggiato da terremoti e assedi nei secoli
XIV-XVI, esso venne abbandonato nel corso del Cinquecento. Sulla spianata ove si ergeva, attualmente sistemata a parco e fruibile come belvedere, si possono ancora osservare resti di terrapieni e l’antica torre adattata a campanile della chiesa castellana. Nella seconda metà del xviii secolo su resti del maniero sorse la villa Ticozzi-de Concina, caratterizzata dall’elegante facciata neoclassica con pronao centrale sporgente: nel 1992 dal giardino riemersero tracce dell’antico fossato difensivo.
|
|
Oltreché sul castello, nel Medioevo San Daniele poteva contare anche su un’altra struttura difensiva: le mura, poi quasi interamente demolite, di cui però restano il cosiddetto
Portonàt, vecchia torre portaia al cui lato esterno fu sovrapposto un portale bugnato realizzato nel 1579-80 da Antonio Podaro su disegno di Andrea Palladio, e alcuni tratti delle cortina, in uno dei quali s’inserisce l’abside della chiesa gotica di Santa Maria della Fratta, iniziata nel 1350, la cui sobria facciata in pietra con portale ad arco gotico veneziano e alte monofore laterali fu completata nel 1469 e sette anni più tardi arricchita dalla lunetta raffigurante la
Madonna in trono col Bambino e angeli, opera di Giorgio da Carona (è invece conservato all’interno un affresco con un’interessante
scena di caccia con il falcone d’ignoto frescante del xv
secolo).
|
|