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E proprio con la conquista da parte del re degli unni viene meno l’importanza strategica della roccaforte romana sebbene numerose siano le testimonianze archeologiche a riprova di una notevole vitalità anche nei secoli successivi mentre si consolida il ruolo della Chiesa aquileiese, già in fermento dalla fine del iv secolo. Sono note le diatribe religiose tra niceani e ariani, o anche le dispute in merito all’ortodossia di Origene, all’eresia di Pelagio e lo scisma dei tre Capitoli.
La nuova colonia fu subito collegata alla rete stradale della pianura padana per mezzo di importanti assi viari: la via Annia, realizzata nel 153 a.C.,
che collegava il centro a Rimini passando per Padova e Altino, e, nel 148 a.C., la Postumia, che raggiungeva Genova, toccando Sevegliano, Codroipo, Oderzo, Treviso, Vicenza, Verona, Cremona, Piacenza e Tortona.
La cosiddetta via Julia Augusta conduceva da Aquileia verso il Norico e l’importante centro di Magda-lensberg, mentre i collegamenti con Emona (Lubiana) erano garantiti da un tracciato che raccordava Aquileia, Villesse, Gradisca e Pons Sontii (presso Mainizza si trovava il ponte sull’Isonzo), fino alla Mutatio Castra (Aidussina) e alla stessa Emona. Un percorso litoraneo infine portava a Tergeste (Trieste) e Pola.
Felix, populosa, splendida, sublimis, inclita divitiis, clara: «ridente», «popolosa», «signorile», «eccelsa», «rinomata per le sue ricchezze», «famosa». Questi alcuni degli aggettivi con cui Aquileia viene decritta dagli autori antichi, colpiti dalla magnificenza della città. A noi riesce piuttosto difficile immaginare ora tale splendore, distrutto da secoli di ristrutturazioni, opere di adeguamento, recuperi e spoliazioni, conclusesi verso la metà del Settecento, quando venne fatto demolire tutto ciò che rimaneva in elevato.
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Con l’aiuto del computer, che integra le fonti storiche, e i risultati di decenni di scavi, siamo ora in grado di ricostruire l’assetto urbano della città nel corso dei secoli.
Sotto Augusto, con il nuovo ordinamento amministrativo dato all’Italia e la creazione della X Regio, che comprendeva una vasta area compresa tra la Lombardia orientale e la penisola istriana, Aquileia divenne capitale di un vasto territorio, sviluppando rapidamente la sua vocazione commerciale. Raggiunse in breve tempo un notevole livello di prosperità grazie al porto fluviale, per il quale è stato possibile cogliere una serie di modifiche strutturali che ne attestano la vitalità attraverso i secoli e che, nel contempo, sono indicative degli sforzi compiuti per superare problemi connessi alle variazioni di portata del fiume e alle mutate esigenze economiche (passaggio da un commercio di transito a un sistema di stoccaggio che necessitava di magazzini coperti); di grande interesse sono infine le opere di canalizzazione che collegavano la colonia con la laguna.
In ambito urbanistico venne portato avanti un imponente progetto di sviluppo, sia per quanto concerne le dimensioni che per la monumentalità delle strutture: la città si dotò di un’ampia cinta muraria con porte ferrate, torri di difesa e fossati, che toccò nel iii secolo la massima espansione; realizzò un foro con annessi edifici pubblici quali la basilica civile (destinata alle riunioni e alle assemblee, centro di affari e di amministrazione della giustizia), il grande mercato, il tempio, la curia comitium. Del foro, con piazza che misurava 130 x 70 m, riconosciamo ancora chiaramente il colonnato, ricostruito per anastilosi; sono visibili alcune lastre decorate da festoni e blocchi con teste di Giove Ammone e di Medusa.
(continua →)
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