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Nonostante ciò, nessun fotografo pur valente di piacevoli memorie ha raccolto il peso di questo impegnativo divertimento, e nessuno avrebbe ritratto gli ultimi artigiani se non avessi incontrato De Conti, fotografo transfuga milanese.
Bepi Mazzotti ha scritto nel 1968 sull’artigianato della Marca Trevigiana, accennando alle ceramiche Gregorj, Fontebasso e Appiani per la tradizionale schola scodellarum; all’arte della stampa tipografica con la Longo, poi Longo & Zoppelli e con la fabbrica di carte da gioco Dal Negro; all’arte del ferro battuto esaltata dal nome Benetton. La realtà artigiana della città è anche biciclette Bottolo e Pinarello, maglie della prima Giuliana Benetton, pompe da solfato di de’ Longhi, cotto veneto dei Sutor e ceramica di Treviso.
L’etimologia di artigianato ha la stessa radice del termine arte e non c’è confine preciso che le separi, se non antropologicamente, alla maniera di
Lévi-Strauss.
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