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radicali tramite il rifacimento dei porticati (scompaiono le arcate romaniche e gotiche, sostituite da archi a tutto sesto o ad archi ribassati) o dell’intera parete, mantenendo gli affreschi nell’interno dell’edificio, mentre in facciata gli elementi decorativi o architettonici denunciano chiaramente l’impianto strutturale (cornici, mensole, dentelli ecc. sono costruiti realmente in pietra o mattone); la parete è semplicemente decorata a fondo uniforme in marmorino. In altre parole, la città medioevale e quattrocentesca che si esprimeva col colore e con la negazione delle architetture, ora preferisce un’immagine più statica ma allo stesso tempo più importante e “monumentale”.
Fra i vari esempi di come si evolve l’immagine delle case di Treviso nel corso dei secoli, osserviamo le case affacciate su Via Carlo Alberto a partire dalla piazza di Santa Maria Maggiore o Madòna Granda: al civico 4-6 della piazza campeggia uno splendido edificio i cui affreschi sono “firmati” e in parte attribuiti alla bottega di Pier Maria e Girolamo Pennacchi nella fine del ’400; proseguendo, al civico 45 (di Via Carlo Alberto) troviamo invece un palazzetto medioevale trasformato nel XVII secolo e che testimonia, come detto in precedenza, il mutamento di gusto nell’assetto della facciata che risulta senza affreschi e ritmata solo dagli elementi architettonici; più oltre, al nº 49, rimane invece una casa romanico-gotica affrescata a finti mattoni disposti a losanghe.
Al nº 43-47 osserviamo una facciata della fine del ’400
con fasce decorative marcapiano e
riquadri figurati tra le finestre sottogronda; più oltre, dopo due case con facciate
ristrutturate nel XVIII secolo,
appare il grande complesso del palazzo Barèa-Toscàn
al civico 57 (ora sede della Questura):
è un edificio risalente alla metà-fine del ’700
attribuito
all’architetto trevisano Francesco Riccati, anche se alcuni studiosi
ritengono che un progetto simile, precedente di alcuni anni, sia da
attribuire all’architetto Francesco Maria
Preti; è un edificio elegante e ben proporzionato che dimostra il gusto
neoclassico ormai imperante all’epoca. |
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