con tinte uniformi (a marmorino o cocciopesto); altre facciate affrescate furono distrutte per eventi accidentali (guerre o altro) senza contare il degrado naturale degli intonaci dovuto al passare del tempo ed agli agenti atmosferici. 
    Ciò che sappiamo dai documenti e che ancor oggi vediamo sulle case di Treviso ci testimonia una città coloratissima, specie nel periodo dal ’300 alla fine del ’400, una vera e propria urbs picta che dava l’immagine di una città gaia e gioiosa, ricca di vita e di fermenti culturali oltre che espressione di una stabilità economica di tutto rispetto.

 

Fra il XII e il XIII secolo molte facciate, costruite con materiali poveri e mattoni di recupero, vengono nobilitate con intonaco affrescato che imita la tessitura muraria (mattoni rossi e fughe bianche) cioè il finto mattone, lasciando poi spazio ad un affinamento del gusto che decora la facciata con finti mattoni disposti a losanga, come ad esempio in vicolo San Gregorio; successivamente le pareti vengono arricchite con i più disparati motivi ­ geometrici o di fantasia ­ che formano delle vere e proprie tappezzerie soprattutto nella seconda metà del ’400: basti osservare alcune case di Via Pescheria ai numeri civici 7 e 9, oltre che al numero civico 39 in cui vari 

 

particolare di Via Canova

strati di intonaco si sovrappongono con motivi decorativi suggestivi; lo stesso si può osservare in Via Pescatori, Via Tolpada, Via Riccati ecc. 
    Queste tappezzerie diventano sempre più fantasiose e tendono quasi a cancellare l’architettura della facciata. Tra la fine del ’400 ed il secondo ’500 il gusto cambia ancora: si tende a valorizzare l’impianto architettonico della parete prospettante sulla pubblica via tramite fasce marcapiano e marcadavanzale, affrescate con ghirlande, putti, animali, figure fantastiche e motivi floreali o geometrici, oppure con finti motivi architettonici (dentelli, cornici ecc.) mentre tra le finestre vengono inseriti dei veri e propri quadri con rappresentazioni specifiche. L’intento è sempre quello di creare un effetto illusionistico. 
    Col ’600 e per tutto il ’700 le cose mutano radicalmente: molte case vengono conservate nel loro impianto architettonico ma le facciate subiscono rimaneggiamenti

 
   
 
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