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Ci sono case di riposo dignitose, e da tempo operano associazioni per gli anziani e tra gli anziani. Tra l’altro, quest’anno compie vent’anni l’Università della Terza Età della città di Treviso, alle cui lezioni partecipano centinaia di “studenti”, attivi anche in una corale di buon livello, in corsi di pittura, di lingue straniere e così via. Le magnificenze del centro storico, la bellezza della campagna circostante, in questa terra priva di asprezze naturali, sembrano fatte apposta per consentire a tutti, ma in particolare agli anziani, un buon rapporto con l’ambiente urbano e rurale. Questa cura rivolta alle generazioni più avanti negli anni, continuamente dilatate, dovrebbe diventare un punto fermo della progettazione amministrativa e della politica locale. Non solo per gli anziani trevigiani. Ci sono
persone in età, anche nate altrove, che scelgono per vivere gli anni tranquilli città che offrono un confortevole scenario, fatto di strade dove passeggiare in sicurezza, di servizi assistenziali e ricreativi di buon livello, di rapporti umani distesi e cordiali, di attenzioni al mangiar sano e buono. Treviso è in grado di offrire tutto questo, sempre che gli interventi pubblici sulla città non ne snaturino l’anima storica.
Il capoluogo della Marca condivide una realtà regionale dove c’è un’associazione di volontariato ogni 1400 abitanti, contro una ogni 3500 su piano nazionale. gruppi spontanei nel 64 % dei casi, in confronto con il dato nazionale che è del 29%. Nonostante tutti gli scossoni di questo nostro tempo irto di conflitti e tentato da cento chiusure, lo spirito di comunità non pare irreparabilmente degradato. |
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