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Docente di Sociologia delle relazioni internazionali
Università Ca’ Foscari, Venezia
sede di Treviso |
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Lo spirito di comunità concretizzatosi in diverse iniziative è un dovere
civico ma anche un atto di gratitudine verso chi ha condotto una vita di sacrifici
per assicurare ai figli benessere e promozione sociale. |
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l cuore mitico di molte città custodisce leggende di tesori sepolti dagli avi per sottrarli alle razzie di barbari invasori. Favolosi forzieri, traboccanti di monete, gemme e oggetti preziosi. Spesso questi racconti, trasmessi di padre in figlio nelle generazioni, hanno solo il compito di mantenere acceso nella memoria collettiva il valore dell’appartenenza. La volontà di sottrarre coloro che si succedono nel luogo o se ne allontanano, dal male estremo dello sradicamento, che svuota di senso l’esistenza.
Treviso possiede assai più d’un mito. I valori che nutrono la sua identità compongono un patrimonio accumulato da benefattori, che hanno donato alla città il loro ardore civico, in favore d’iniziative caritatevoli, museali, bibliotecarie, e alcune sante figure ricordate per i beni preziosi dell’umiltà, della gratuità, della dedizione all’altro.
Basti solo ricordare Santa Bertilla Boscardin, la cui semplicissima e luminosa cameretta è custodita presso l’antico ospedale di San Leonardo, ora a beneficio anche della nuova università, e il Beato Enrico da Bolzano, povero tra i poveri, alla cui morte tutte le campane della città suonarono spontaneamente. Nei comportamenti contemporanei, riverbera tuttora la ricchezza elargita da tanti testimoni di carità durante i secoli, da questi uomini e donne che avvertivano la solidarietà come comandamento. Oggi la loro generosità s’incarna nelle molte associazioni di volontariato, ma anche in bravi funzionari, nel personale di assistenza, in tutti coloro che si prendono cura di tante persone tormentate da bisogni diversi. Se una volta, e per molti, molti secoli, le attenzioni si rivolgevano quasi esclusivamente ai miseri che si trovavano nell’impossibilità di soddisfare la fame, e ai malati abbandonati alla pietà dei cittadini, oggi premono necessità che appartengono anche all’ambito spirituale oltre che materiale. |
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Il benessere del nostro tempo ha regalato anni di vita in più, e condizioni di vita enormemente migliori rispetto al passato. Ha accresciuto l’esigenza del rispetto e della dignità di ciascuno. Ma purtroppo ha anche sparso a piene mani solitudine, depressione, abbandono. Il mondo si è fatto più avido. Chi ha vuole avere di più. E gli ripugna spartirlo con altri, siano pure i suoi successori. Ecco allora che in parallelo con la crescita della ricchezza dei patrimoni mobili e immobili si è rarefatto in ogni famiglia il numero dei figli. Mentre la popolazione invecchia in modo accelerato. Treviso non fa eccezioni. La vecchiaia è un fatto anagrafico, ma è anche un sentimento. Si può vivere in tanti modi. In ogni caso, il soccorso è necessario. Con le famiglie ridotte al lumicino, altri, generosi magari ma pur sempre estranei, sono chiamati ad alleviare il peso degli anni di chi invecchia. Non solo per un comandamento di umana condivisione, ma per dovere civile, in nome della dignità e dell’onore che spetta ad ogni persona nella società progredita delle democrazie. Nell’anziano si specchia la nostra storia. Le conquiste del presente sono frutto del suo passato impegno. Dietro il volto di un vecchio stanno le immagini dell’emigrante che ha risparmiato una vita per assicurare un avvenire migliore ai figli, stanno le sembianze di lavoratori evoluti a fondatori d’impresa, stanno figure di educatori, di maestri artigiani, di religiosi e religiose che hanno donato l’esistenza al prossimo, e infiniti altri ruoli rivestiti in pace e in guerra, nella miseria e nel benessere diffuso, nella durezza della condizione fisica degli antichi mestieri dei campi e della fabbrica e nell’intelligenza spesa per accaparrarsi innovazioni straordinarie. In poche parole, nello sguardo dell’anziano traspare l’avventura dei nostri anni trascorsi, interamente vissuta, ciascuno a suo modo. Una società è snaturata se offende e sperpera questo capitale umano.
Possiamo affermare che il cuore di Treviso dimostra di non dimenticare i suoi anziani. Qualche scelta infelice e improvvide cadute di attenzione trovano subito il robusto antidoto dell’intervento spontaneo. |
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