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Ma la bella storia del Santuario richiede qualsiasi altra notizia. Nel 1910, su disegno del thienese Carlo Pasinati, si procede al rifacimento della facciata della Chiesa e nel 1930, su progetto dell'ingegner Vittorio Altieri, viene costruito il campanile in mattoni. Nel 1954, sotto la direzione dell'ingegnere Dino Altieri, la vecchia chiesa è in parte demolita e rifatta. All'interno di questa il pittore Angelo Gatto esegue il grande mosaico del catino del presbiterio. Sei anni dopo Giovanni Cerutti progetta il nuovo altar maggiore e Danilo Andreose scolpisce il bassorilievo. Solo la morte ha privato la chiesa di un affresco di Pietro Annigoni (1910-1988). A pranzo, un venerdi', dai padri Cappuccini di Thiene per mangiare il baccalà alla vicentina - come lo sanno fare loro - dopo aver bevuto un paio di bicchieri di vespaiolo di Breganze, e guardando quell'oro liquido ondeggiare ancora dolcemente nel bicchiere, l'insigne pittore promise: «Padre Cassian, verrò nella vostra chiesa della Madonna dell'Olmo e vi dipingerò un affresco. Non so su che cosa. Ma verrò». Morì alcuni mesi dopo. |
Ma per il pellegrino e il visitatore ci sono altre cose da vedere nel Santuario e nel Convento. Nel coretto, a sinistra dell'altar maggiore, la Visitazione e in quello di destra L'Immacolata, due luminose e intense opere di Giulio Carpioni (1613-1679); nella Cappella delle apparizioni S. Gioachino e S. Anna, quasi sicure tele di Alessandro Maganza (1556 - morto dopo il 1630), figlio di Giovan Battista. Poi il piccolo, prezioso chiostro del Seicento, recentemente restaurato. In fine ci sarebbe la biblioteca, ricca di volumi rari. Queste alcune note sulle vicende del Santuario della Madonna dell'Olmo che è noto in tutta l'Italia del nord, e fuori, come testimo niano i pellegrinaggi che non cessarono mai a partire dal Seicento. Qualche cifra - molto approssimativa - mostra, ad esempio, che negli ultimi cinque anni sono passati di qui circa 300-350 gruppi di pellegrini con più o meno, 30.000 persone. Senza contare le maestranze delle ditte del circondario che ogni anno, a maggio, vengono, alternativamente, a messa nel Santuario. Thiene si unisce a tutti, nel manifestare il suo attaccamento al Santuario, nell'ultima domenica di maggio di ogni anno, quando il Sindaco, al termine di una processione al calar della sera, là sul piazzale della chiesa, legge l'atto di consacrazione della città alla Madonna. Le categorie, chiamiamole cosi', dei pellegrini sono le più varie: dai gruppi di preghiera parrocchiali e vicariali, ai sacerdoti e ai seminaristi; dalle associazioni vincenziane, ai carabinieri in congedo; dalla squadra del Vicenza-Calcio, alle comitive di ciclisti. E poi la gente semplice, che nelle grandi festività segna 25-30.000 presenze; che lascia la candelina accesa e talora l'ex-voto. Quella gente che ancora prega e va ai pellegrinaggi, e viene anche adesso dai frati per benedire il sale per il bestiarne, la maglietta del bambino ammalato, le mele il giorno di S. Biagio. In questa Italia secolarizzata e invecchiata, in questo Veneto intelligente e mai stanco, in questa terra dei schei, che ha ormai più banche che chiese, luoghi sacri come il Santuario della Madonna dell'Olmo sono anche oggi cercati e visitati. Fatto che pone domande soprattutto al sociologo e all'antropologo. Ma davanti a tali manifestazioni di fede, in un tempo in cui sembra - come diceva Heidegger - che gli Dei siano fuggiti dalla terra, non resta che riflettere e tacere. Lo consigliava Alfonso di Nola, antropologo non credente. | |