È
il più cospicuo edificio gotico sorto
nel Vicentino ad uso di dimora civile ed è certamente
uno dei più importanti del Veneto: nei documenti antichi
è denominato "palazzo", in tempi
recenti è stato definito "villa" per l'importanza
che riveste nella storia agraria del territorio; ma il
termine "castello" è quello più popolarmente in uso,
forse per le sue merlature, forse perché edificato
sul sedime del castrum medioevale.
Costruito con due ali più elevate e leggermente aggettanti, il
castello sembra derivare dalla tarda architettura medioevale
del palazzo veneziano: il corpo centrale,
planimetricamente sagomato a T, si ripete
su tre piani e consente il riferimento al Fondaco dei Turchi di Venezia e,
come casa fondaco - dove l'immagazzinamento dei prodotti
è essenziale - viene descritto alla fine del '400.
Mancano documenti per l'attribuzione ad un
autore: gli evidenti riferimenti formali all'architettura
veneziana- fanno pensare a Domenico Veneziano, ingegnere della
città di Vicenza, dove costruì il Duomo e il palazzo
della Ragione intorno al 1450.
I Porto sono una delle famiglie dominanti
nella città di Vicenza dove popolarono una intera
contrada - detta ancora oggi dei Porti - la più
monumentale di Vicenza, ricca di palazzi sontuosi,
testimonio perenne della loro munificenza e grandezza.
Nel trecento acquistano numerose proprietà nel thienese
dove l'agricoltura è particolarmente sviluppata, grazie anche ai due canali
artificiali - la roggia di Santorso e la roggia
Verlata realizzate già alla fine del '200 - che
consentono l'installazione di mulini e l'irrigazione
dei territori circostanti.
Francesco seniore inizia verso la metà del '400
una costruzione in Thiene dove utilizza parti di un edificio
esistente. Nel 1441 è il più ricco signore
di Vicenza grazie anche all'eredità del padre e dello zio.
Si può supporre che la costruzione originaria si limitasse
solo a due piani fuori terra.
È, con il figlio Giovanni che viene eretta la chiesa
di ragion del Casato, dedicata alla Natività di
Maria, esterna alla cinta di mura. Sarà Francesco
juniore, uno dei sette figli di Giovanni, ad
ereditare la proprietà di Thiene nel 1507 e la vincolerà
nel testamento con un fedecommesso per cui il
castello e le sue adiacenze, con terreni per circa 400
ettari, sono indissolubilmente legati alla primogenitura
maschile della linea di suo nipote Giovanni; nel
caso la sua discendenza venisse a mancare, indica la
gerarchia per la successione - in stirpes et non in capita -
fra le linee subordinate.
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