GIOVANNI GASPAROTTO |
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Acquisito il dato certo della sua costruzione (provvidenziale in facciata la lapide indicante l'adito al culto il 5 maggio 1333, che ricorda i fratelli Miglioranza, Uguccione e Marco Thiene, suoi benemeriti realizzatori), essa doveva apparire a pianta rettangolare, corrispondente all'attuale unica navata con portalino più basso del presente in facciata, il tetto in simrnetria col superstite fregio dipinto di ottima coloritura e con raffinati motivi fioreali e geometrici. Coevo dovrebbe essere anche il fregio a cordone di rombetti monocromi di base, ripetuto in alto sull'affresco parietale (a destra di chi entra) e sulla travatura del tetto. |
![]() Meritano particolare interesse, all'angolo sinistro della parete frontale, le due superstiti figure di S. Pietro e S. Giacomo (nomi segnati sopra le due immagini), e si presume che altre analoghe pitture dovessero continuare su tutta la parete, distrutte dall'apertura dell'arco a sesto acuto, praticato in un secondo momento, per accedere al presbiterio aggiunto in seguito. Pietro s'impone con la statura del dignitario, lo sguardo teso lontano, la chiave in mano; Giacomo sembra riflettere il privilegio che lo accampa al fianco del primo vicario di Cristo; ottima l'armonia dei colori, fresca la capigliatura fluente e cosi' pure la barba orientaleggiante dei due. I superstiti motivi che decorano la parete, non consentono di rilevarvi altre immagini certe, ma offrono motivo |
per la conclusione di un discorso pittorico che doveva riguardare tutto questo muro di fondo. All'epoca prerinascimentale dovrebbero assegnarsi i tre quadri della parete di destra: i primi due hanno le caratteristiche degli "ex voto". Severità e delicatezza insieme prevalgono nella prima immagine in alto; le scalcinature deturpano questa splendida figura, ma non vietaio di cogliervi ricchezza e finezza insieme dell'abbigliarnento. Ai piedi dell'immagine, inginocchiato e raccolto in preghiera, sotto la mano della santa allungata in atto di protezione, è il monocromo committente o graziato (personaggio dalle ridottissime dimensioni). Poco leggibile ma eloquente, il tratto dell'altra figura di santa dietro la prima: fra le tacche erose dell'intonaco, si coglie uno sguardo fortemente espressivo della figura. |
![]() Avvincente per le variazioni del colore, a tratti intenso, è il sottostante riquadro con i due personaggi, un vescovo con un grosso libro e un diacono con turibolo e messale: compostezza e austerità dominano l'atmosfera. Vi spiccano in particolare le vesti sacerdotali negli splendidi colori; il fascino dei due personaggi vi è accresciuto dallo sguardo acutamente penetrante; i riflessi dei paludamenti dorati e delle raggere accrescono la suggestione della scena, ritmicamente sottolineata dal geometrismo imposto all'abbigliamento del diacono: forse è Vincenzo. Protagonista dell'intero scenario, sempre a destra, per il sopravvivere degli elementi costitutivi e l'indovinato recupero recente, è il predominante quadro centrale con i cinque santi in intenso rilievo, |
sormontato dal duplice fregio, quello dai motivi floreali lanceolati, e quello della teoria di rombi monocromi (non si colgono i cinque nomi che pure vi figurano). Il primo santo, in veste candida con sottolineature dorate, tiene in mano le manette della prigionia; lo sguardo pacato e il tratto accrescono la dignità del personaggio. | |