Le Tre Venezie - THIENE - Sommario | Testata | prossima pagina | pagina precedente | Copyright




Piazza Chilesotti
Palazzo Thiene - Cornaggia - Sec XV
Palazzo Thiene - Cornaggia - Sec XV

Ebbene, simili decisioni si prendevano, secondo quanto ci fan sapere le fonti, "nel castello" o per dirla alla veneta, "nel castellaro". Dentro quest'area circoscritta che doveva contenere case, caneve, botteghe e lo stesso duomo con la sua corte e il suo segreto, si svolsero per generazioni, in perfetta simbiosi, feste e adunanze pubbliche, processioni e mercati. Fu qui e nell'adiacente borgo, menzionato fin dal 1172, che si annodò giorno dopo giorno quel filo di coscienza collettiva che non si sarebbe più spezzato nel tempo.

Con l'ingresso del territorio vicentino in formazioni territoriali più ampie - quella scaligera prima, quella viscontea poi e finalmente quella veneziana - fra Tre e Quattrocento anche Thiene avrebbe visto trasformarsi la sua fisionomia sociale e la sua forma urbana. Nuovi possidenti e nuovi patrimoni, ma anche nuove dimore e nuovi assetti insediativi.

Vennero alla ribalta vecchie famiglie locali arricchite con il prestito del denaro e gli affari. Si pensi al casato che si denominerà "da Thiene". I suoi rampolli Uguccione, Miglioranza e Marco furono ammessi nei salotti buoni di Vicenza e si fecero contemporaneamente promotori della fondazione appena fuori Thiene della chiesuola di S. Vincenzo; un gioiellino ancora godibile coi suoi superstiti affreschi eretto nel 1333 forse a sconto dei non sempre cristiani traffici in cui furono coinvolti i fondatori e il loro padre. Altri gruppi familiari vicentini di più antica considerazione si fecero strada con acquisti ragguardevoli di terre e poderi, approfittando della critica congiuntura cui andò incontro la piccola proprietà. E' il caso, tra gli altri, dei da Porto, distinta famiglia di giudici e notai cittadini, che proprio al declinare del medioevo iniziò la sua manovra di accaparramento di quel venerando spazio su cui per secoli si era stagliata la sagoma forte del castello.

Fu dunque nel clima di disarmo delle antiche strutture comunali e della società egualitaria che le sorreggeva, che il castello, materialmente desolato e privato delle antiche funzioni civili e militari, divenne facile preda della trionfante grande possidenza, che lo trasformò secondo le sue esigenze. L'area pubblica su cui sorgeva, fu privatizzata e ridotta a giardino recinto da alte mura. In corrispondenza di esso, o meglio di qualche suo elemento forte, come il mastio o il dongione, fu eretta in un raffinato stile tardogotico una maestosa villafortezza. Quella, appunto, che è rimasta nell'immaginario collettivo e nel linguaggio dei Thienesi, come "il castello", dove ogni giorno affiluiscono numerosi i turisti per ammirare gli ampi saloni affrescati, il ricco corredo di opere artistiche, le celebri scuderie.

Cosi', quasi per una sorta di inconscia riparazione storica, quella che è tuttora la più famosa e rappresentativa dimora nobiliare di Thiene, rinvia involontariarnente con l'improprio nome di "castello" a un passato glorioso in cui si son gettate le fondamenta del suo millenario vivere sociale.


Le Tre Venezie - THIENE - Sommario | Testata | prossima pagina | pagina precedente | Copyright