|
Allinterno
vi si conservano la celebre Assunta di Lorenzo Lotto, finemente restaurata
e ora esposta al pubblico godimento sulla navata sinistra, e unaltra
Assunta di Jacopo Bassano, unica opera rimasta delle tre che il Da Ponte
aveva realizzata per la cattedrale. Interessanti anche il San Francesco
della scuola del Mantegna, considerato il dipinto più "sacro"
della chiesa, e due angeli marmorei dellaltar maggiore, opera del
Torretto, al quale viene anche attribuito un grande Crocifisso ligneo
che si venera nellOratorio del Cristo.
Dal sagrato, che fino alleditto di Napoleone ospitava il cimitero,
lorizzonte si perde nella pianura sottostante punteggiata di guglie
e di fabbricati, fino a intuire sulla destra i Colli Berici. Di sera la
pianura si accende di mille scintille, spettacolo che in qualche modo
eguaglia la solarità del giorno, quando da ogni parte la luce ti
avvolge in colori e atmosfere di straordinaria intensità. Emozioni
e suggestioni che ribollono nella visita al castello della Regina Cornaro,
noto anche come "palazzo pretorio", arroccato su di un roccioso
sperone. Nominato per la prima volta in un diploma di Ottone I del 969,
il castello (castrum) nel 1242 fu dimora di Ezzelino da Romano, il tiranno
che conquistò tutta la Marca e arrivò a minacciare la stessa
Milano, passando alle cronache come "figlio del demonio" per
la sua ferocia e brutalità, ricordato anche da Dante Alighieri
nella Divina Commedia come una "facella" (folgore) che portò
distruzione e terrore nelle dolci contrade della Pedemontana.
Dal 1339 fu sede dei podestà veneziani, finché nel 1489
il castello diventò la residenza della regina Caterina Cornaro,
qui relegata dalla Repubblica di San Marco, che le offrì la simbolica
signoria della città e del suo circondario in cambio del regno
di Cipro. Fu questo il periodo più glorioso della piazza: alla
corte della Regina furono letterati e artisti come il Bembo, che qui scrisse
gli Asolani, Andrea Navagero, Luigi Da Porto, i pittori Giorgione e Bellini,
Lorenzo Lotto, Cima da Conegliano, Andrea da Murano e Girolamo da Treviso.
Morendo a cinquantasei anni, dopo aver indossato per lultima volta
il saio francescano, la Regina Cornaro portò nella tomba la doppia
nostalgia di Cipro e di Asolo.
Il castello, dopo tante trasformazioni, oggi ospita un grazioso teatro
in quella che era stata la Sala della Ragione, la torre maestosa con lorologio
che per molto tempo scandì coi suoi rintocchi la vita cittadina,
la torre "Reata" che fu carcere, la cinta muraria e un giardino
dove tutti i romantici finiscono per incontrare le loro labbra, prima
di continuare il loro viaggio tra ville e orizzonti che fanno di questa
cittadina la "perla della Marca Trevigiana", in un contesto
collinare che in primavera sembra sospeso tra mille batuffoli bianchi
per effetto dei ciliegi in fiore.
Fine
articolo
|
|
|
|