Piazza Garibaldi: paradigma solare
ASOLO
 
In un contesto architettonico di grande seduzione, lo sguardo si concentra dapprima sulla bella Fontana maggiore – ove gli innamorati accorrono per sigillare il loro giuramento – per poi spaziare, dal sagrato della cattedrale, nella pianura sottostante, ove la luce solare ti avvolge in colori e atmosfere di straordinaria intensità.
 
 
 
opo aver lasciato la statale "Marosticana-Schiavonesca", che si snoda tra Montebelluna e Bassano del Grappa, proseguendo a Nord lungo il Foresto Nuovo si sale verso il centro storico di Asolo, "città dai cento orizzonti", come la definì il Carducci. Il Portello di Castelfranco ci introduce nel cuore dell’abitato che subito ci accoglie con la Fontanina Zen, punto di ristoro per il viandante dal 1571. Ancora un centinaio di passi sotto i portici di via Browning, dalle arcate tutte diverse, e si entra in piazza Garibaldi che gli asolani sogliono chiamare semplicemente "piazza maggiore".
Lo scenario che si profila è maestoso e leggiadro, severo e accattivante: l’imponente castello della Regina Cornaro con la torre civica chiude l’orizzonte frontale, al quale lo sguardo si posa avendo incontrato prima la loggia del Capitano, ora sede del Museo civico. A mezzodì la vallata che si proietta sulla pianura veneta è attraversata dalla cattedrale, dalla quale svetta un campanile in stile veneziano, mentre un loggiato di nobile fattura si proietta sulla piazza come un pronao.

Ma a catturare lo sguardo è "l’ombelico della città", la Fontana maggiore che come un pizzardone se ne sta al centro a smistare il traffico. Sulla sommità della sua stele solenne un arcigno leone alato (altro richiamo alla venezianità) ci mostra lo stemma cittadino. Si dice che l’asse del mondo passi di qua, come per gli Inglesi l’amorino alato di Piccadilly Circus. È a questa fontana che gli innamorati accorrono per sigillare il loro giuramento, che Eros raccoglie tuffandosi nell’acqua della vasca per poi rimbalzare sui tetti dei palazzi circostanti.
Un ricamo di porticati sfila lungo tutto il perimetro dell’isola urbana che si stende come un fazzoletto di pizzo tra piazza Garibaldi e piazzetta d’Annunzio, dove sorge palazzo Beltramini (attuale sede municipale). E poi, ancora ruotando con lo sguardo, ecco un giardino di tigli che nella bella stagione diventa un naturale gazebo dove godersi l’incanto, soprattutto di sera, al lume di candela.

(continua ®)