Al palazzo degli Honorij poi Guastaverza e quindi Malfatti, che ospita il ristorante "Tre Corone", si affiancarono il cinquecentesco palazzo Campagna-Rubiani verso via Nuova, e dalla parte opposta palazzo Ottolini, eretto nel 1782 su disegno di Michelangelo Castellazzi, e palazzo Guglienzi, del XV secolo con aggiunte settecentesche, e una Madonna con Bambino di Francesco Morone in facciata.
Nel contempo tra il 1788 e il 1789 si poneva mano al recupero del rione di Sant’Agnese costruendo sull’area degli odierni giardini su progetto di Antonio Pasetti l’imponente Ospedale della misericordia, improntato a un severo classicismo di maniera.
 
 
 
Il grande edificio, incuneandosi tra le due monumentali emergenze dell’Arena e della Gran Guardia, limitava la loro visibilità, oltre a ridurre notevolmente le dimensioni della piazza, tanto che nel 1819 venne abbattuto. Contemporaneamente si riportava alla luce il basamento dell’Arena interrato di circa due metri e si abbassava il piano della Brà di 70 cm, lavori eseguiti in previsione del congresso delle potenze della Santa Alleanza previsto a Verona per l’autunno del 1822.
Successivamente il Comune chiedeva all’ingegnere municipale Giuseppe Barbieri, che in quegli anni attendeva al completamento della Gran Guardia, di elaborare un progetto per un nuovo edificio da adibire a sede della Guardia civica. Veniva così approvato nel 1838 un progetto che prevedeva la costruzione, in posizione molto arretrata rispetto all’antico Ospedale della misericordia, di un grande edificio con colonnato e pronao corinzi concluso da timpano triangolare. Il cantiere verrà concluso nel 1848 da Francesco Ronzani, nuovo direttore delle fabbriche municipali subentrato al Barbieri dopo la morte di questi.
In seguito all’annessione del Veneto all’Italia, perduta la funzione di sede per la guardia civica, il palazzo, detto Gran Guardia Nuova, fu destinato ad ospitare gli uffici comunali.
 

Fu così che nel 1874 divenne sede del Municipio con il nome di palazzo Barbieri dal nome del progettista. Lesionato durante l’ultima guerra, fu ampliato con l’aggiunta del corpo circolare retrostante.
L’ultimo tocco di "decoro" a piazza Brà avvenne nel 1873 con la creazione dei giardini pubblici a forma trilobata e l’apposizione, due anni prima, nel pennacchio tra i due archi dei Portoni del grande orologio donato alla città dal conte Antonio Nogarola.
Il 9 gennaio 1883, con l’intervento del duca Amedeo d’Aosta veniva quindi solennemente inaugurato il monumento equestre di Vittorio Emanuele II, opera del milanese Ambrogio Borghi.
A completare il carattere celebrativo della piazza sono stati quindi collocati il monumento al Partigiano di Mario Salazzari e nel 1975, al centro dei giardini, la fontana delle Alpi a commemorazione del gemellaggio tra le città di Verona e di Monaco di Baviera.

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