Mentre
con la costruzione del palazzo degli Honorij nel 1553-54 lungo il
lato ovest della Brà, sempre Sanmicheli fissava un significativo
e prestigioso cardine atto alla destinazione in piazza di unarea
ancora informale, dove lo spazio era definito dalla cortina degli edifici
allineati a palazzo degli Honorij, dal blocco contrapposto delle case
del rione SantAgnese (nellarea dellattuale municipio),
dalle mura comunali con i Portoni e la torre pentagona (resto della cittadella
viscontea) e dallArena con alla sinistra limbocco della via
Nuova, collegamento con lantico foro romano divenuto Piazza delle
Erbe.
Ma la riqualificazione dellarea a nodo di edilizia monumentale prenderà avvio solo nei primi anni del Seicento con lerezione della sede fdellAccademia Filarmonica e del palazzo della Gran Guardia. |
LAccademia
Filarmonica fondata nel 1543, dopo ripetuti tentativi, solo nel 1604 aveva
ottenuto la cessione da parte del Comune dellarea a destra dei Portoni
della Brà per costruire una sede adatta allesercizio della
musica.
Nel 1605 si era posto mano al cantiere su progetto di Domenico Curtoni che prevedeva un teatro "alluso antico" simile allOlimpico di Vicenza, con la conseguente demolizione di un tratto delle mura comunali. Nel 1608 Curtoni realizzava il grande pronao ionico, primo esempio di facciata teatrale a tipologia grandiosa destinata a divenire canonica, e nel 1612 veniva completato il salone (ora ridotto) dove nel 1770 suonerà il giovane Mozart. Negli anni tra il 1716 e il 1729 fu realizzato quindi lattuale edificio teatrale su disegno di Francesco Bibbiena, distrutto da un incendio nel 1749, ricostruito e quindi nuovamente distrutto dai bombardamenti nel 1945 per essere riedificato con varianti nel 1969. Tra il 1735 e il 1745 al pronao del Curtoni veniva aggiunto un chiostro dorico quadrangolare, disegnato dal conte Alessandro Pompei, concepito in chiave esplicitamente classica per ospitare il Museo Lapidario Maffeiano voluto da Scipione Maffei per unopportuna sistemazione della cinquecentesca collezione lapidaria del canonico Cesare Nichesola, integrata da successive acquisizioni. Lattuale sistemazione del museo lapidario si è conclusa nel 1982 su progetto di Arrigo Rudi che ha tentato di porre rimedio allinfelice intervento condotto nel 1927-29 da Ettore Fagiuoli che aveva completamente stravolto per fini speculativi lidea illuministica del museo voluto da Maffei e realizzato da Pompei. Sempre a Fagiuoli si deve lattuale portico esterno a colonne binate che saldandosi alle campate realizzate nel 1772 da Alessandro Cristofoli su via Roma, isola il sistema della piazza togliendo loriginario collegamento visivo, di voluta valenza urbanistica, tra pronao del Curtoni, Portoni della Brà e Gran Guardia. |
(continua
®)
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