Piazza Brà
VERONA
 

Luogo prediletto di ritrovo e di passeggio dei veronesi corrisponde alla piazza che si è venuta a formare tra XV e XIX secolo nello spazio compreso tra l’invaso attorno all’Arena e le porte urbiche, i Portoni della Brà, aperte nel 1480 nella cinta delle mura comunali.

 
         
 
a costruzione dell’anfiteatro di Verona coincide con il grande benessere raggiunto dalla città nella prima metà del I secolo d.C. quando si pose mano a un programma di monumentalizzazione che da una parte interessava l’area del colle di San Pietro sulla riva sinistra dell’Adige e dall’altra l’area sud della città con l’erezione delle mura urbiche e, fuori di queste, dell’anfiteatro, ossia di un luogo per spettacoli, quali combattimenti tra gladiatori e cacce ad animali feroci ed esotici, in grado di attirare un vasto pubblico. La scelta di erigere l’Arena fuori dalle mura (un anello di recinzione che la includerà nella città verrà costruito solo nel 265 dall’imperatore Gallieno) era stata determinata per favorire l’afflusso di visitatori dalle zone extra urbane e per tenere lontano dal centro cittadino una fonte di assembramento e di possibili violenze.
La forma scelta era stata quella ellittica con cavea e gradinate di larghezza costante per il pubblico attorno a uno spazio centrale per le competizioni coperto da harena, ossia da sabbia.
La cosiddetta "ala" sul lato nord-ovest rappresenta quanto resta della facciata a tre ordini, mentre i riquadri sul piano pavimentale attorno al monumento indicano la posizione dei pilastri mancanti. La precoce scomparsa di buona parte dell’anello esterno, forse causata inizialmente da eventi traumatici quali terremoti, è dovuta in realtà al fatto che dall’epoca ostrogota di Teodorico, alla fine del V secolo, fino al Rinascimento, l’Arena venne usata come cava di pietra per la costruzione di altri edifici.

Lo spazio esterno che correva nella spianata alle spalle dell’anfiteatro cominciò a definirsi con l’allargamento della cinta urbica, eseguito in questa parte della città in epoca comunale fra gli anni 1194 e 1224.
È così che tra mura romane e mura comunali si formerà una vasta area denominata, per le sue dimensioni, "braida", dal longobardo breit, ossia largo. Una porta detta della Braida, dove si trovano gli attuali Portoni, è citata in un documento del 1257.
Lo sviluppo urbanistico della zona sarà poi condizionato dalla costruzione della Cittadella, alle spalle dell’attuale Gran Guardia, voluta da Giangaleazzo Visconti nel 1389 quale cardine del sistema difensivo della città.
Per la sua demolizione, avviata dai Veneziani nel 1535, fu varato un piano di riconversione civile dell’area, affidato a Michele Sanmicheli e avviato dal nipote Giangirolamo. Il movente di questa trasformazione urbana fu la creazione della cerchia delle mura magistrali che spostava dai Portoni della Brà a Porta Nuova la linea difensiva della città, rendendo così possibile la smilitarizzazione dell’area attorno alle vecchie mura comunali.
Con la definizione della nuova direttrice viaria di corso Porta Nuova incentrata sulla sanmicheliana porta edificata tra il 1533 e il 1540, deliberatamente in asse con i Portoni della Brà, veniva attuato un ingresso monumentale alla città da sud.

(continua ®)