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costruzione dellanfiteatro di Verona coincide con il grande benessere
raggiunto dalla città nella prima metà del I secolo d.C.
quando si pose mano a un programma di monumentalizzazione che da una parte
interessava larea del colle di San Pietro sulla riva sinistra dellAdige
e dallaltra larea sud della città con lerezione
delle mura urbiche e, fuori di queste, dellanfiteatro, ossia di
un luogo per spettacoli, quali combattimenti tra gladiatori e cacce ad
animali feroci ed esotici, in grado di attirare un vasto pubblico. La
scelta di erigere lArena fuori dalle mura (un anello di recinzione
che la includerà nella città verrà costruito solo
nel 265 dallimperatore Gallieno) era stata determinata per favorire
lafflusso di visitatori dalle zone extra urbane e per tenere lontano
dal centro cittadino una fonte di assembramento e di possibili violenze.
La forma scelta era stata quella ellittica con cavea e gradinate di larghezza
costante per il pubblico attorno a uno spazio centrale per le competizioni
coperto da harena, ossia da sabbia.
La cosiddetta "ala" sul lato nord-ovest rappresenta quanto resta
della facciata a tre ordini, mentre i riquadri sul piano pavimentale attorno
al monumento indicano la posizione dei pilastri mancanti. La precoce scomparsa
di buona parte dellanello esterno, forse causata inizialmente da
eventi traumatici quali terremoti, è dovuta in realtà al
fatto che dallepoca ostrogota di Teodorico, alla fine del V secolo,
fino al Rinascimento, lArena venne usata come cava di pietra per
la costruzione di altri edifici.
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spazio esterno che correva nella spianata alle spalle dellanfiteatro
cominciò a definirsi con lallargamento della cinta urbica,
eseguito in questa parte della città in epoca comunale fra gli
anni 1194 e 1224.
È così che tra mura romane e mura comunali si formerà
una vasta area denominata, per le sue dimensioni, "braida",
dal longobardo breit, ossia largo. Una porta detta della Braida, dove
si trovano gli attuali Portoni, è citata in un documento del 1257.
Lo sviluppo urbanistico della zona sarà poi condizionato dalla
costruzione della Cittadella, alle spalle dellattuale Gran Guardia,
voluta da Giangaleazzo Visconti nel 1389 quale cardine del sistema difensivo
della città.
Per la sua demolizione, avviata dai Veneziani nel 1535, fu varato un piano
di riconversione civile dellarea, affidato a Michele Sanmicheli
e avviato dal nipote Giangirolamo. Il movente di questa trasformazione
urbana fu la creazione della cerchia delle mura magistrali che spostava
dai Portoni della Brà a Porta Nuova la linea difensiva della città,
rendendo così possibile la smilitarizzazione dellarea attorno
alle vecchie mura comunali.
Con la definizione della nuova direttrice viaria di corso Porta Nuova
incentrata sulla sanmicheliana porta edificata tra il 1533 e il 1540,
deliberatamente in asse con i Portoni della Brà, veniva attuato
un ingresso monumentale alla città da sud.
(continua
®)
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