Buja

LA PIEVE DI SAN LORENZO

 
Sul colle più alto, in località Monte,
sorge una delle chiese più antiche ed insigni del Friuli.
 
     
 

a Pieve di San Lorenzo Martire sul Monte di Buja è certamente una delle più antiche e insigne del Friuli. Essa fu il centro di vicende religiose della comunità locale, come appare dal più antico diploma del 792 con cui Carlo Magno donava la Pieve al Patriarca di Aquileia, San Paolino.
La chiesa attuale, ricostruita dopo il terremoto del 1976, risale al secolo XI, ma gli scavi hanno messo in luce le prime costruzioni cristiane risalenti ai secoli V VI, immediatamente sovrapposte a manufatti d’epoca romana imperiale.
Oggi la Pieve costituisce sul colle di Buja il monumento antico più importante, tra le macerie dei castelli esistenti sulle altre due cime. Preceduta da una rampa, abbellita da una mossa gradinata, essa è racchiusa da una cinta murata, che anticamente includeva l’antico cimitero, conclusa verso l’ingresso da un ampio cancello di ferro.
La metà sinistra della facciata è impegnata dal possente campanile pentagonale, concluso dalla cella campanaria, traforata da finestroni arcuati. Sul lato sud-ovest spicca un prezioso orologio. La parte meridionale, visibile della facciata, reca superiormente un oculo circolare, più sotto una finestra rettangolare e, quindi il portale d’ingresso che tra le sue modanature reca la data del 1518, in cui fu costruito per il Divi Laurentii Templun. Al centro dell’architrave è scandito il nome di Gesù raggiato e a metà degli stipiti i simboli di San Lorenzo martire, il libro e la graticola. Sopra è inserita una pietra con il bue dello stemma di Buja, datata 1711. Sulla parete sud si notano la porta laterale, la Cappella della Vergine e la forte mole del transetto ottocentesco.
A lato della porta laterale si profila l’antica nicchia per l’acqua santa e sopra di essa si nota un arco gotico con l’architrave sottostante decorata con l’aquila dello stemma del Friuli a sinistra e il bue di Buja a destra, mentre al centro si nota la mezza luna e il sole raggiante, simboli del tempo.
Entrando nel tempio si resta affascinati dalla robusta mole della chiesa. Si nota dapprima la parte più antica del tempio, abbellita da classiche trabeazioni, concluse superiormente con capriate scoperte. L’ampio transetto ottocentesco che segue aprendosi notevolmente ai lati, ripete le membrature classiche sulle pareti chiudendosi superiormente con un’ampia crociera. Segue il presbiterio sopraelevato di tre gradini e decorato con pilastri e trabeazioni sulle pareti e sulla volta.
Attraverso l’abside due scale portano alla cripta ricavata nel dislivello fra il pavimento del coro e lo scoscendimento del colle.
L’altare maggiore è abbellito da due angeli laterali e da un tabernacolo con soprastante espositorio e angeli oranti ai lati. Come pala d’altare sta la gran composizione dipinta nel 1558 da Giovan Battista Grassi e raffigurante il Martirio di San Lorenzo. Sulle pareti laterali sono appese le due tele minori dello stesso autore (ed un tempo unite alla tela maggiore da un altare ligneo) raffiguranti San Lorenzo nelle opere di carità e San Lorenzo condannato a morte. Nelle absidiole del transetto stanno a destra, sui bianchi pilastri, le statue lignee di San Sebastiano, di San Rocco settecenteschi e della Madonna col Bambino del secolo XV; a sinistra si dispone il candelabro della settimana santa.
Nella navata antica sono addossati alle pareti due altari marmorei barocchi, della fine del secolo XVII: quello di destra è dedicato a Sant’Antonio Abate, quello di fronte a San Nicolò di Bari.
Entro le prime arcate sono disposte due grandi statue lignee del secolo XV dedicate a Sant’Antonio Abate, a destra e alla Santissima Trinità a sinistra, attribuite alla bottega di Domenico da Tolmezzo.
Sul lato interno della facciata si dispone il nicchione che conteneva il Battistero.

 

La restaurata Pieve con la possente torre pentagonale

Porta laterale
Affreschi gotici nella Cappella della Vergine
Attraverso la porticina che si apre sulla parete sud, si accede alla Cappella della Vergine recante affreschi gotici del secolo XV molto danneggiati nel tempo. Sopra una cornice di finto marmo, si vedono dapprima i dodici Apostoli cui seguono otto scene della vita della Madonna e nella volta l’Incoronazione della Vergine.
Rientrando in chiesa si può notare al centro del pavimento la tomba marmorea restaurata dal vicario Barnaba nel 1618 sibi et successoribus. Nell’area sottostante, oltre la protezione vitrea, si possono osservare i resti degli scavi recenti che hanno posto in luce la prima chiesa cristiana, sorta sul luogo nei secoli V e VI. Di essa è conservata buona parte del pavimento di cocciopesto e, ad oriente, i resti della vasca per il Battesimo ad immersione.