Majano

LA TORBIERA DI CASASOLA

 
Una tra le più grandi torbiere della regione con la sua flora
documenta un ambiente ancora intatto e unico.
 
     
 

ll’interno dell’ Anfiteatro Morenico sono presenti aree umide dagli equilibri delicati e sensibili agli interventi di drenaggio o bonifica. In Comune di Majano è sita la torbiera di Casasola, una tra le più estese torbiere basso-alcaline della regione, proposta come biotopo naturale. Essa conserva microambienti naturalisticamente integri con specie di rilievo, endemiche e relitti glaciali pleistocenici.
La vegetazione si distribuisce in funzione di parametri chimico-fisici: presenza e disponibilità di acqua libera, composizione del substrato, profondità e compattezza degli strati umici e micromorfologie. Essa produce un’elevata quantità di materia organica il cui accumulo costruisce una coltre asfittica satura d’acqua che rende l’ambiente ostile alla vita. Nella parte centrale e profonda del sito gli specchi d’acqua sono popolati da idrofite (piante adattate alla vita anfibia), che sopperiscono alla carenza di azoto. Tra di esse si evidenzia l’Erba vescica (Utricularia spp.), pianta carnivora che porta sulle foglie decine di vescicole a forma di botte, trappola senza scampo per le prede che vi entrano.
La specie più diffusa è la Cannuccia palustre (Phragmites australis) che forma un esteso canneto; questa pianta per adattarsi alla mancanza di ossigeno del substrato produce rizomi corti e superficiali se l’acqua è profonda o lunghi e profondi se l’acqua è meno abbondante; in alcune zone essa è frammista alla Carice spondicola (Carex elata) che meglio sopporta prolungati periodi di sommersione, grazie a colonne cilindriche alte (tassok) che favoriscono il deflusso dell’acqua. Il paesaggio assume così l’aspetto di un mosaico.
Si distinguono due tipologie di canneto: una in cui la canna è dominante ed è accompagnata da poche altre specie quali il Caglio delle paludi (Galium palustre), la Valeriana officinale (Valeriana officinalis), la Consolida maggiore (Symphytum officinale), l’altra ove la cannuccia invade i prati umidi a Gramigna liscia (Molinia caerulea) non più sfalciati e più ricchi in specie erbacee.
Negli specchi d’acqua eutrofici (ricchi di nutrienti), ove l’acqua è profonda e presente tutto l’anno, cresce rigogliosa la Ninfea comune (Nymphaea alba), idrofita dalle ampie foglie galleggianti, dotata di particolari tessuti lungo il fusto e le foglie, che le permettono di vincere la pressione dell’acqua ed evitare il collasso. A questa si aggiungono altre specie completamente sommerse come il Millefoglio d’acqua comune (Myriophyllum spicatum) o alcune specie di brasca (Potamogeton spp.). Nelle aree più rialzate, lambite da acque fresche sorgentizie e oligotrofe (povere di nutrienti), si forma una sodaglia umida a Panicastrella di palude (Cladium mariscus), pianta relittica del Postglaciale dalle foglie taglienti, un tempo utilizzate per impagliare sedie.
Nei prati umidi, né concimati né più sfalciati regolarmente, si trovano specie rare come il Giaggiolo siberiano (Iris sibirica), il Gladiolo reticolato (Gladiolus palustris), la Genziana mettimborsa (Gentiana pneumonanthe), la Piantaggine palustre (Plantago altissima) e diverse orchidee.

 

Esempio di prato, ancora gestito a sfalcio, rimboschito da vegetazione alto arbustiva

Esempio di prato, ancora gestito a sfalcio, rimboschito da vegetazione alto arbustiva

Altri frammenti di prati umidi non falciati ospitano l’endemica Eufrasia di Marchesetti (Euphrasia marchesettii) o indicatori microtermi relitti come l’orchidea Viticcini estivi (Spiranthes aestivalis), l’Erba-unta bianca (Pinguicola alpina), altro esempio di pianta carnivora che si nutre di insetti invischiati sulle foglie, la carice di Davall (Carex davalliana), la Primula farinosa (Primula farinosa) e il Senecione palustre dai dorati fiori gialli (Senecio paludosus).
L’esistenza di queste formazioni, che rappresentano anche un habitat di rifugio e nidificazione per varie specie animali, è minacciata dalla diffusione di arbusti quali il Salice cinerino, la Frangola comune, l’Ontano nero e l’Olmo minore, che costituiscono la boscaglia umida ripariale dal caratteristico sottobosco. Lungo i fossi ai margini della torbiera, in zone ombreggiate e in acque lentamente fluenti, cresce l’Erba scopina (Hottonia palustris), segnalata nella Lista Rossa d’Italia, indicatrice di acque freatiche, fresche e oligotrofe. Dove le acque si arricchiscono in nutrienti vegeta l’invasiva Peste d’acqua comune (Elodea canadensis) e, se aumenta anche la corrente, troviamo la Lisca lacustre (Schoenoplectus lacustris), specie che fotosintetizza con i fusti sommersi. Per tutte queste peculiarità la torbiera di Casasola è uno dei pochi ambienti ancora intatti dell’Anfiteatro Morenico; in questo biotopo infatti si concentrano una serie di microambienti rimasti inalterati nel tempo la cui conservazione richiede specifici piani di gestione ambientale.