SULLE ROTTE
DEGLI ANTICHI PELLEGRINI

 
 

Le principali vie giubilari attraversano le colline friulane,
testimoniano la fede e l'amore per la natura
dei mistici viandanti.

 
 
 
 

i piedi della corona alpina delle Carniche e delle Giulie, la zona delle colline moreniche si propone come un meraviglioso diaframma davanti alla pianura che scende all’Adriatico e si dilata a Occidente. La dolcezza delle ondulazioni collinari si alterna a tratti pianeggianti, che favoriscono attività sia agricole che industriali, tuttora in crescita. La grande viabilità risulta tracciata già in epoca romana con le due principali arterie risalenti da Aquileia e da Concordia, che finivano per unirsi presso Gemona. Una via romana secondaria attraversava le colline collegandole con i due grandi tronchi stradali laterali. Pieve dei Santi Pietro e Paolo a DignanoCi rimangono le testimonianze dei cippi miliari da Fagagna a Vendoglio. Recenti modifiche e aperture di nuovi tracciati non mutano di molto la situazione viaria ereditata da secoli, eccezion fatta per l’autostrada.
La tarda antichità e il Medioevo hanno visto scorrere traffici, marciare eserciti, passare pellegrini su questi consacrati percorsi. Un flusso incessante verso Nord e verso Sud interessa la strada di Alemagna e la Pontebbana. Si parla di vie giubilari in rapporto al Giubileo, ripreso nel 1300 a Roma in forma cristiana ogni cinquant’anni e oggi a scadenza venticinquennale. Abbiamo lasciato alle spalle il Giubileo del Duemila. In realtà i pellegrinaggi sono di ogni tempo, di ogni anno. Le mete, se si eccettuano i più moderni santuari mariani, sono Roma, la Terrasanta, Santiago di Compostella, la Casa di Loreto.
Relativamente alla nostra Regione e ai vicini Paesi transalpini, una meta importante la riveste Aquileia. La zona collinare offriva dopo la faticosa attraversata della catena alpina la sua luminosa apertura d’orizzonti, il suo clima mite e il giusto ristoro. I pellegrini partivano da lontano. Lasciavano le sponde baltiche, le pianure e i monti dell’Europa centro-orientale e giungevano a Tarvisio, salutati dal prototipo dei romei, San Cristoforo, dipinto all’esterno dell’antica parrocchiale. A Gemona li attendeva il San Cristoforo, scolpito sulla facciata del Duomo medioevale.
L’abbazia di Moggio e l’ospizio di Ospedaletto avevano dato loro qualche conforto. Il passo a Osoppo era breve. Li attendeva nel lungo viaggio la commenda di San Tomaso di Majano, donata ai Cavalieri Gerosolomitani, da Artuico di Varmo per ospitare i devoti viandanti, con annessa chiesetta, recentemente restaurata e ritornata all’antico splendore. Anche qui in un affresco parietale esterno, che le vicende del tempo hanno segnato, San Cristoforo salutava e confortava.
La donazione dell’ospizio per i pellegrini è del 1199, avente come supporto economico beni feudali dello stesso conte in San Daniele, San Tomaso, Tiveriacco e Susans. Sulla strada di Alemagna a Comerzo il Santuario della Vergine invitava e invita ancor oggi il passeggero a fare una visita di omaggio alla Madonna Assunta. La scritta in mosaico sulla facciata recita: “O Passegger che tendi a questa via, entra nel tempio a salutar Maria”.

 
Chiesetta dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme a S. Tomaso di Majano
Affresco esterno

Pure questo tempio è stato ripristinato dopo il sisma del 1976. In questo Santuario si effettuano annualmente i pellegrinaggi votivi dell’area collinare da Buja a Treppo Grande, da San Daniele del Friuli a Majano e Farla. Significa nei secoli la gratitudine per la liberazione dalla peste nel Quattrocento. Il culto della memoria non è un’invenzione odierna, affonda le sue radici nel passato dei nostri avi.
I pellegrini stranieri (ma il concetto di cristianità prevaleva sulle componenti nazionali) potevano contare su strutture di carattere più generale come a San Daniele, dove fiorivano conventi di religiosi e re1igiose e il Pio Ospedale di S. Antonio di Vienne. Lungo le strade non mancavano locande e talvolta per i più poveri soccorreva l’ospitalità e la carità della gente comune. Si proseguiva quindi verso Pordenone passando per Spilimbergo o Codroipo, rimanendo al di qua o varcando subito il Tagliamento. Il traguardo immediato era Venezia, dove ci si poteva imbarcare per la Terrasanta. Questi erano e sono ancora gli itinerari giubilari che interessano il nostro territorio. Santuario della Vergine a Comerzo di MajanoNulla vieta di pensare che le visite fossero meno rigide e sistematiche e che i pellegrini potessero divagare nei diversi paesi della collina friulana, prima di proseguire per Roma e per Santiago (San Jacum de Galizie). Accanto al bastone, al cordone del romeo, al largo cappello poteva trovare il suo posto il buon vino friulano delle nostre colline, quasi un ulteriore impulso al devoto cammino di Fede.
Vediamo ora sfrecciare sempre per le medesime strade corriere e automobili veloci in una mescolanza di devozione e di turismo. Gli antichi pellegrini appiedati non pensavano troppo al tempo e alle distanze. Meditavano e assaporavano con calma la natura dei luoghi. I loro sogni contemplavano mondo ed eternità.