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chi proviene da ovest è possibile abbandonare lautostrada
alluscita di San Giorgio di Nogaro per raggiungere poi, in pochi
minuti, labitato di Marano lagunare. Chi ha tempo a disposizione
potrà prenotare una escursione affittando una imbarcazione, allo
scopo di gettare uno sguardo sulla vastissima area lagunare e, più
in particolare, sulla splendida Riserva naturale regionale delle Foci
dello Stella, che si estende su 1400 ettari circa.
Questa importante zona è stata da tempo riconosciuta quale «zona
umida di importanza internazionale», secondo la Convenzione di
Ramsar, in particolare per labbondanza di uccelli migratori che
qui si concentrano. La peculiarità vegetazionale di maggiore
rilevanza è rappresentata da un vastissimo canneto a Phragmites
australis, interrotto da alcuni laghetti e insenature, pressoché
puro alle foci del fiume ma che si modifica gradatamente in formazioni
a Scirpus (Bolboschoenus) maritimus o in vere e proprie barene,
isolotti fangosi tipicamente ammantati da piante alofile, dove la presenza
di acque salate si fa maggiormente sentire. Con la funzione di centro
visite di più facile accesso è stata istituita,
presso labitato di Marano, la Riserva naturale regionale di Valle
Canal Novo dove, su un territorio di circa centoquaranta ettari, è
stato realizzato un centro di informazione che consente di fornire ai
visitatori una sintetica idea dei valori naturalistici presenti nellarea
più vasta. Attraverso alcuni percorsi, anche su passerella (la
caratteristica Caminada su lacqua) si accede agli
osservatori costruiti secondo la tipologia del casone lagunare
in canna palustre, dai quali è possibile ammirare il paesaggio
e lavifauna.
Allestremità orientale della laguna di Marano e Grado,
si estende ancora una valle (così sono tradizionalmente
chiamate le zone lagunari arginate) di notevole rilevanza ornitologica,
pure a suo tempo dichiarata zona Ramsar. Si tratta della
Riserva naturale regionale di Valle Cavanata (330 ettari).
Lintero specchio lagunare di cui si tratta si osserva bene lungo
la statale che collega Monfalcone a Grado e da vari anni a questa parte
ospita una consistente popolazione di gabbiani, cormorani, cigni reali
e tantissimi altri uccelli acquatici. La vegetazione prevalente è
ancora una volta quella alofila, caratterizzata dalla presenza di specie
erbacee assai resistenti alla salinità, dai nomi curiosi o significativi,
come il cosiddetto statice (Limonium vulgare) o la succulenta salicornia.
Nel 1997, per la prima volta da tempi immemorabili hanno qui nidificato,
grazie alla tutela accordata, due coppie di spatola (Platalea leucorodia),
specie assai rara, accanto a una popolazione di reintrodotte oche grigie
(Anser anser).
Poco più a est si estende infine la Riserva naturale regionale
della Foce dellIsonzo, raggiungibile lungo la statale che collega
Grado a Monfalcone.
Il fiume di cui si tratta nasce nelle Alpi Giulie in Slovenia e termina
qui il suo corso, lungo 140 chilometri. In questarea la
più settentrionale del Mediterraneo hanno termine, con
Duino, le alte coste rocciose così tipiche dellAdriatico
orientale e iniziano le coste basse e le lagune che, comprendendo Venezia,
si estendono a sud-ovest fino al sistema deltizio del Po, a formare
uno tra i complessi di zone umide tra i più importanti del mondo.
La riserva naturale è situata dunque in un sito con caratteristiche
bio-geografiche, ma anche storiche, uniche e irripetibili. Larea
protetta si sviluppa oggi su ben 2350 ettari e ha il suo nucleo principale
in corrispondenza della cosiddetta Isola della Cona, situata
nel Comune di Staranzano.
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Con superfici minori concorrono alla formazione
della riserva anche i comuni di Grado, con la zona palustre del
Caneo e una porzione della imponente barra di
foce fluviale; San Canzian dIsonzo, con la golena
in riva destra del fiume, il cosiddetto Bosc Grand
(ridotto in realtà a meno di un ettaro) e infine Fiumicello,
con i greti ghiaiosi del fiume e il bosco golenale.
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