Le residenze nobiliari
IL RUOLO DI CATTARO E PERASTO
Nei rapporti Italia-Montenegro.
Il ruolo di Cattaro e di Perasto nei rapporti Italia-Montenegro deriva dalla geografia e dalla storia. Peraltro la storia è indissolubilmente connessa con la geografia. La Dalmazia ( e tutta la costa montenegrina le appartiene geograficamente) è aperta sul mare ed è separata dall’ entroterra da monti che hanno sempre condizionato le relazioni con l’ interno. Questo è vero in modo particolare per le Bocche di Cattaro.
Quando fu portato un biliardo a Cettigne, capitale del Montenegro, l’ impresa fu considerata eccezionale e fece scalpore, in quanto si dovette trasportarlo da Cattaro, che in linea d’ aria dista solo Km.14,inerpicandosi per un ripido sentiero . Non è quindi da meravigliarsi se le Bocche di Cattaro e parte della costa più a sud appartenevano ad un altro Stato: prima alla Repubblica di Venezia e poi, dopo la parentesi napoleonica, al Regno di Dalmazia austriaco. Ora le cose sono drasticamente cambiate. I mezzi di trasporto marittimo sono progrediti, così come quelli terrestri. Il mare però è sempre lo stesso, mentre sulla terra sono aumentate le strade. La Dalmazia montenegrina è quindi logicamente e felicemente inserita nello Stato del Montenegro. La geografia conserva comunque il suo peso ed è logico che i contatti tra Italia e Montenegro continuino principalmente attraverso i porti, di Antivari e anche di Cattaro. La geografia d’ altra parte ha influenzato, e continua a farlo, la storia di tutto il Montenegro, posto tra il mondo orientale, balcanico ed ortodosso, ed il mondo mediterraneo e cattolico e,quindi, tra la Serbia e l’ Italia. L’ influsso dell’ Adriatico nel determinare l’ identità del Montenegro sembra evidente considerando che il suo nucleo storico si sviluppa intorno a Cettigne, confinante con l’ allora veneta Cattaro. Un esempio di questo influsso lo vediamo quando, dopo il Congresso di Berlino del 1878, lo Stato montenegrino raggiunge il mare ad Antivari. L’ avvenimento fu solennizzato con una cerimonia che ricalcò, anche se in modo molto semplificato, lo “sposalizio del mare” che a Venezia era ed è celebrato nel giorno della “Sensa”, cioè dell’ Ascensione. Il granduca del Montenegro gettò in mare l’ anello nuziale da un trabaccolo. E’ la cerimonia riprodotta nella copia di un quadro d’ epoca, che il Comune di Cattaro donò a Venezia nel 2006 nel giorno della “Sensa”, quando era presente per restituire l’ anello ricevuto un anno prima. Alla “Sensa” del 2005, per ricevere l’ anello, Cattaro era stata rappresentata, oltre che dal Comune, da ben 131 persone. E siamo così giunti al ruolo che Cattaro ha ripreso nei rapporti tra le due sponde, come centro della parte montenegrina della Dalmazia storica. Come Dalmazia storica si intende quella che il Regno di Dalmazia austriaco aveva ereditato da Venezia e dalla Repubblica di Ragusa , cioè fino a sud di Castellastua (Petrovac na Moru),dove il cartello stradale indica Kufin (da Confin). Confine portato in avanti, dopo il Congresso di Berlino del 1878, fino a Spizza o Spic (da hospicium). Cioè fino alla Spizza della canzonetta che si cantava a Zara: <<…da Zara fino a Spizza go impegnà la mia pellizza…>>. La parte maggiore è costituita dalle Bocche di Cattaro. In queste la popolazione cattolica (croata ed italiana) che un secolo fa costituiva circa l’ 80% si è ridotta a poco più del 10%. Anche gli attuali abitanti comunque considerano propri le tradizioni ed il dialetto locali che, pur essendo slavo, conserva numerosissimi italianismi, specialmente venetismi.
L’ italiano è ormai poco parlato anche dagli stessi Italiani. La conoscenza dell’ italiano è la rimanenza di una ben maggiore, direi generalizzata, per la quale i numerosi letterati bocchesi scrivevano prevalentemente in italiano, alternandolo spesso con il latino ed il croato. Nell’ ultimo decennio comunque l’ italiano è studiato moltissimo in tutto il Montenegro ed in particolare sulla costa. A Cattaro e nelle Bocche è poi ancora vivo il ricordo del locale dialetto veneto, forse ancora più veneziano che nel resto della Dalmazia. D’ altra parte quanto fossero stretti i rapporti delle Bocche con Venezia è testimoniato dal fatto che i Bocchesi rappresentavano la maggioranza relativa dei confratelli della confraternita dei Dalmati di Venezia, cioè della Scuola dalmata dei Santi Giorgio e Trifone.
Non bisogna però dimenticare i rapporti con le Puglie. I maggiori legami familiari con l’ Italia sono infatti con la Terra di Bari. La diocesi di Cattaro, attualmente suffraganea dell’ arcidiocesi di Spalato, fu dall’ 11° secolo fino al 1828 suffraganea di quella di Bari. Quindi anche durante tutto il periodo veneziano. Un ruolo particolare nei rapporti tra l’ Italia e il Montenegro lo ha Perasto. Perasto infatti, con la sua storia, ha un valore simbolico nel legame delle Bocche di Cattaro con Venezia. E’ un legame ancora vivo sul posto grazie al ricordo di un periodo, cessato insieme con la Repubblica di Venezia, nel quale la marineria bocchese era la maggiore dell’ Adriatico orientale.
Un ruolo importante nei rapporti Italia-Montenegro ha la Comunità degli Italiani del Montenegro, costituita nella grande maggioranza da Italiani autoctoni della Dalmazia storica ed in particolare delle Bocche di Cattaro. Questa Comunità ha la propria sede a Cattaro, come è naturale che sia anche per motivi storici. A Cattaro infatti, grazie alla veramente eccezionale forza della sua posizione naturale, la presenza latina non fu travolta dall’ invasione avaro-slava e potè quindi evolvere in italiana, sia pure riducendosi. La Comunità degli Italiani, nata nel gennaio del 2004, in soli cinque anni di vita ha largamente superato i 400 soci. Numerose sono state le attività che la Comunità ed il Comitato della Soc. Dante Alighieri, nato dalla Comunità, hanno promosso ed hanno organizzato, principalmente con il sostegno dei sodalizi della diaspora dalmata italiana e della Regione Veneto. Fra queste attività ricordo l’ organizzazione della presenza di ben 131 persone in rappresentanza di Cattaro alla “Sensa” del 2005, in aggiunta alla presenza della delegazione comunale. Ricordo anche l’ organizzazione, con la presenza ed il sostegno del Comune di Cattaro, delle manifestazioni con le quali il 19 agosto del 2007 è stato celebrato a Perasto l’ ultimo ammaina-bandiera della Repubblica di Venezia. Il merito è della Comunità degli Italiani e del Comitato della Dante Alighieri, ma lo è anche dell’ ambiente di Cattaro e del Montenegro. Desidero sottolineare come il Montenegro, che nella tutela delle proprie tradizioni e della propria libertà non è mai stato secondo a nessuno, sa rispettare e valorizzare le diverse culture, al di fuori di quelle remore psicologiche che la Slovenia e la Croazia stanno superando con tanta lentezza. La presenza e la cultura italiane, che durante la Jugoslavia comunista erano avversate più o meno come nel resto dello Stato federale, sono nel nuovo Montenegro accolte con entusiasmo. Ho avuto la fortuna nel giugno del 2007 di trovarmi nel centro di Cattaro durante la partita che ha dato alla nazionale di calcio italiana il titolo di campione del mondo. I locali pubblici nelle piazzette, direi nei campielli, erano infatti affollati di gente che guardava la partita. Dal tifo a favore della nostra squadra sembrava di essere in Italia: bellissimo!
Il Montenegro dimostra il desiderio di allacciare con l’ Italia quegli stretti rapporti che sono nella natura delle cose. Speriamo che l’ Italia sappia corrispondere adeguatamente a questo desiderio, come sembrano promettere gli ultimi avvenimenti . Sarebbe nell’ interesse di entrambi. In queste relazioni Cattaro e Perasto e le loro relazioni con Venezia e con il Veneto svolgono ed ancor più potranno svolgere un ruolo fondamentale. Cattaro, con soli 23500 abitanti in tutto il territorio comunale di ben 335 kmq, che include anche Perasto, è comunque, senza considerare la capitale Podgorica, il centro culturale dei rapporti italo-montenegrini, grazie alla storia, alla sua Università e alle numerose iniziative culturali.
È anche, e ancor più potrebbe esserlo, il centro del turismo culturale, anche perché nel suo territorio comunale include circa il 40% ( 3 ) del patrimonio architettonico ed artistico di tutto il Montenegro. Ed è un patrimonio fortemente legato a Venezia. I traffici con l’ Italia avvengono principalmente attraverso il porto di Antivari. Il porto di Cattaro ha comunque un’ importanza turistica che ritengo sarebbe giusto che fosse fortemente incrementata. Arrivare a Cattaro navigando lungo tutte le omonime Bocche è infatti un’ esperienza indimenticabile. Perasto con la sua bellezza architettonica e naturale ha un’ importanza turistica che si integra con i suoi ricordi storici. Ricordi che danno a Perasto un forte valore simbolico, emblematico. E anche i simboli hanno la loro importanza.