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   Nella villa passava il periodo estivo l’N.H. Andrea Memmo (1729-1793), ottimo amministratore dello stato, che alternava la sua profonda passione per la letteratura a quella per le donne; fu infatti amico di Giacomo Casanova che lo iniziò alla loggia massonica di Venezia; diventò, inoltre, molto amico del filosofo e letterato Zaccaria Sceriman (1708-1784), appartenente ad una famiglia di origine persiana stabilitasi nel Seicento a Venezia. Secondo vari autori, il Memmo aiutò lo Sceriman a stampare nella villa di Cendon tra il 1764 e il 1785, clandestinamente, dato il contenuto filosofico in contrasto con le idee della Repubblica di Venezia, la sua opera più famosa: I viaggi di Enrico Wanton alle terre incognite Australi, ed ai regni delle scimmie e dei cinocefali, nuovamente tradotti da un manoscritto inglese.
   A Sant’Elena, la villa Bembo Gradenigo si affaccia sul Sile con un’interessante facciata dove spicca, in corrispondenza della sala centrale del piano terra una finestra a serliana; la chiesetta dedicata a Sant’Antonio è una ricostruzione recente dell’antico oratorio. Poco distante, sempre in riva al Sile, esistono i resti, ampiamente rimaneggiati anche recentemente, della villa Manolesso, che ha un prospetto verso il fiume scandito da paraste tuscaniche, quasi a farla apparire simile ad una chiesa.
Nel Settecento vennero costruite diverse ville tutte in riva al fiume Sile. A    Cendon, in località Molinella, c’è la bella dimora costruita dalla famiglia veneziana dei Barbaro a cavallo di un’ansa del fiume; la barchessa sorge staccata a nord ed è caratterizzata da una lunga serie di arcate a sesto ribassato che termina nell’abitazione del gastaldo. Nella chiesetta, dedicata a San Girolamo Miani, come abbiamo visto, si celebrava la festa propiziatrice del raccolto.
   Sempre a Cendon sorgono le ville Fanio Cervellini, Condulmer-Maderni e Pisani.
  La prima è caratterizzata dal bel frontone con finestre ad arco e mascheroni in chiave, dove spicca la particolare eleganza del raccordo mistilineo al tetto.
Al primo piano le finestre, originariamente ad arco, vennero trasformate, nella prima metà dell’Ottocento dalla famiglia Cervellini, in rettangolari, togliendo anche l’originaria balaustra settecentesca in pietra e sostituendola con tre eleganti poggiolini di gusto neoclassico.
   A nord si innesta una semplice barchessa ed un muro di cinta racchiude l’originario piccolo giardino ed il brolo (o parco dei frutti) ad est.
Villa Maderni subì, purtroppo, la sorte di molti altri edifici, venendo suddivisa, già molti decenni fa, in vari appartamenti. Al primo piano si aprivano varie monofore ad arco, oggi in parte murate, mentre il viale prospettico ad est è stato recentemente ripiantato.
   Della villa, costruita dagli N.H. Vincenzo e Michele Pisani su di una riva del Sile, rimane solo la barchessa, caratterizzata, sul prospetto sud, da paraste d’ordine tuscanico che racchiudevano, un tempo, arcate a tutto sesto. Sul prospetto nord, verso il fiume, si aprivano tre grandi finestre rettangolari sormontate, come le altre della facciata, da eleganti cimase a frontoncino triangolare e mistilineo. L’oratorio, dedicato a Sant’Antonio a cui si accedeva anche da un viottolo che conduce al fiume, conserva al suo interno, sopra il bell’altare, la statua settecentesca del Santo; ai lati, due bellissimi portali mistilinei settecenteschi adornano questa chiesetta che dall’esterno non farebbe sospettare questa ricchezza.
   Molto rovinata e divisa in varie unità è la villa Contarini nella piazza di Sant’Elena, di cui si legge ancora la finestra ad arco del primo piano trasformata nell’Ottocento in rettangolare e si notano le belle piane dei davanzali e l’intonaco a marmorino (calce impastata con polvere di pietra d’Istria).
   Anche se attualmente di aspetto ottocentesco, date le profonde trasformazioni subite in quegli anni, vennero costruite nel Settecento le ville Colotti Carpenè a Cendon e la villa Miollo nel centro di Silea, che curiosamente subirono, forse ad opera del medesimo progettista, la sopraelevazione di un piano e la conseguente eliminazione del frontone.

 
SCORCIO ROMANTICO DEL GIARDINO DI VILLA DEGLI AZZONI AVOGADRO - foto Gianni Mazzon
 
   
VILLA BEMBO, PARTICOLARE DELLA MERIDIANA - foto Gianni Mazzon
 
   
VEDUTA DEL RETRO DI VILLA BIANCHINI - foto Gianni Mazzon
 
 
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