TRONA AL SOMMARIO
   TORNA ALLA PRIMA PAGINA
 

   La villa, acquistata per 3000 ducati d’oro, ospitò nei secoli i più importanti personaggi della Repubblica Veneta: nel 1768 il console inglese Giuseppe Smith, famoso protettore di Canaletto, innamoratosi della proprietà, voleva a tutti i costi acquistarla o affittarla, ricevendo un deciso rifiuto, anche perché era foresto (straniero). Vi abitò il noto storico Rambaldo degli Azzoni Avogadro (1712-1790) che vi scrisse fra gli altri suoi libri il noto Considerazioni sopra le prime notizie di Trevigi e le Memorie del beato Enrico.
Nel primo Ottocento vi fu ospite il generale Neipperg, durante la Prima Guerra Mondiale il re d’Italia Vittorio Emanuele III, ospite del suo aiutante di campo, Francesco degli Azzoni Avogadro.
Vi abitò, per lunghi periodi, lo storico Alteniero degli Azzoni Avogadro (1884-1966) che vi scrisse il suo libro Vita privata e pubblica nelle province Venete 1796-1803 e, insieme a Giuseppe Mazzotti, parte del catalogo delle Ville Venete. Rambaldo degli Azzoni Avogadro (1915-1986) visse molti anni a Lanzago prima di essere decorato, durante la seconda guerra mondiale, di due medaglie d’argento al valore militare.

 

VILLA MIOLLO - foto Paolo Belvedere

 
     
 
VILLA BARBINI - foto Paolo Belvedere
 
     
 

   Alla seconda metà del Cinquecento appartiene la villa Valier a Cendon, ubicata in una stupenda posizione a cavallo di un’ansa del fiume Sile.
La caratteristica più importante di questa casa era la facciata affrescata, probabilmente ad opera di Benedetto Caliari (1538-1598), fratello del famoso Paolo Veronese, oggi quasi illeggibile a causa dei danni provocati dall’inquinamento.
   Da un finto bugnato a diamante partivano delle colonne d’ordine tuscanico fra cui erano raffigurati in alcune nicchie Marte ed Ercole, un’allusione alle imprese militari dei Valier, tema ripreso nei due riquadri con battaglie dipinti fra le finestre del primo piano; sopra le cimase a frontoncino delle finestre erano affrescati dei putti, mentre sopra la bella trifora che segna la sala centrale era affrescato lo stemma dei Valier. Nel 1762 venne costruita la bella chiesetta dedicata all’Assunzione della Vergine. Cinquecentesca è la barchessa a sud unita alla villa da un’ala settecentesca. Una lunga scalinata ornata di statue e vasi conduce all’imbarcadero sul Sile.

 

   Nel Seicento venne costruita l’elegante Ca’ Riva a Sant’Elena, con giardino in riva al Sile, in un luogo ancora incantevole, caratterizzata dalle eleganti finestre ad arco sia del piano terreno che del primo piano. Di particolare eleganza sono le cimase settecentesche in stucco mistilinee con conchiglie che sormontano le finestre del piano terra, come pure alcune sovrapporte in stucco con putti e vasi. Staccate sorgono la chiesetta dedicata alla Beata Vergine e a San Marco e la semplice barchessa, con la facciata ornata da semicolonne a bugnato che reggono una trabeazione con fregi in stucco.
   Della grandiosa villa costruita alla fine del Seicento dalla famiglia patrizia veneziana dei Memmo a Cendon, non rimangono che l’ala nord, (che ha ancora qualche ambiente con belle volte a vela e travi alla Sansovina), e la splendida chiesetta dedicata a San Pietro. A pianta ottagonale, conserva, sull’altare, una bellissima opera in pietra d’Istria raffigurante San Pietro, dello scultore Giusto de Corte (1627-1679), firmata e datata 1678. Nato ad Ypres, l’artista giunse a Venezia dove fondò una scuola di scultura ispirandosi alle opere del Bernini.

 
 
VAI ALLA TERZA PAGINA