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   La prima, circondata da un piccolo giardino, si presenta oggi con l’aspetto di un tipico fabbricato ottocentesco; al primo piano risulta evidente l’accecamento della trifora centrale che, nel Settecento, era probabilmente ad arco e si apriva su di un poggiolo. All’interno si conservano alcuni pavimenti in terrazzo veneziano.
   La villa Miollo aveva le finestre del primo piano e del frontone ad arco. Le due barchesse con archi a sesto ribassato risalgono all’intervento del 1846, data riportata con le iniziali di Carlo Miollo sul pianerottolo delle scale. Sulla facciata spiccano i due poggioli ottocenteschi in ferro battuto di tipico gusto dell’epoca; un ampio giardino circonda il complesso.
   Nell’Ottocento, dopo la caduta della Repubblica di Venezia ed in seguito alle occupazioni militari, prima napoleonica e poi austriaca, vennero costruite solo due ville, derivanti entrambe dalla necessità dei nuovi proprietari dei fondi ecclesiastici acquistati all’asta governativa dopo la confisca napoleonica, di costruirsi una residenza da cui controllare e gestire le proprie aziende. Per entrambe le ville Barbini e Bianchini, il nuovo edificio di semplici linee architettoniche venne aggiunto alla parte più antica.
   Nella villa Bianchini (già dei Certosini), che sorge con un bel giardino lungo le rive del fiume Melma, l’edificio originario, di epoca seicentesca, venne proseguito verso est con una tipologia architettonica molto simile a quella antica. Indipendenti da questa struttura vennero aggiunte a nord, una barchessa con tre belle arcate a tutto sesto ed una semplice chiesetta dedicata alla Visitazione di Maria. Nella parte antica del complesso, di un certo interesse è l’antica cantina che presenta ambienti con volta a botte.

 
 
VEDUTA DI VILLA VAILER - foto Gianni Mazzon
 
 

   Nella villa Barbini (già del Monastero delle Celestie) a Sant’Elena sulle rive del Sile, l’antico fabbricato cinquecentesco della gastaldia è caratterizzato da una serie di arcate a tutto sesto con finestre ad arco al primo piano ed un bel camino alla “vallesana” sporgente a nord. La proprietà venne acquistata verso il 1830 dai Barbini che costruirono, innestandola ad est, una villa vera e propria che riprende i caratteri tipici dell’architettura neoclassica con un frontone,nel cui timpano è affrescato lo stemma della famiglia Barbini.

 

   Molto originalmente e lontano dagli schemi classici, si aprono, al primo piano, una  coppia di trifore  ad arco con pergolo centrale in ferro battuto. Lo stesso motivo viene ripreso al piano terreno mentre le due ali, arretrate  rispetto alla parte  sottolineata dal frontone, sono molto più tradizionali, con finestre rettangolari sormontate da leggere cimase rettangolari. Davanti alla villa si estende un piccolo giardino che, un tempo, era ornato  da molte statue poste sui pilastri del muro di cinta.