Page 77 - Abitare a Campodarsego
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frate cappuccino
Il Vescovo con i ragazzi cappuccini veneti. Anche nel convento di Bassano. Un regolare osservanza. Bisognava rimettere la Provin-
dell’Istituto Scolatico clima di sida e di grande coraggio. A viste umane, se cia nel suo iore, quale era prima della soppressione,
Filippin, a Paderno
del Grappa (1927).quei frati non l’avessero affrontato e risolto, sarebbero e richiamare alla pratica quelle costumanze, quelle
stati costretti ad un lento ed inesorabile declino. Ma usanze sue proprie e quella austerit̀ della regola e
Dio vegliava su quel gruppo d’ardimentosi, che sapeva delle costituzioni».
coniugare bene il «vecchio» con il «nuovo».In un altro, aggiunge: «La vita, che a quel tempo i
Questo era anche «il clima» che, giorno dopo gior- frati conducevano nei conventi, era una vita di pre-
no, andava respirando il cuore battagliero di fra An- ghiera, di austerit̀ e di penitenza, quale essi conduce-
drea. Appena entrato fra i cappuccini e gì coinvolto in vano prima della soppressione.. A quanto mi consta,
v’era in quegli anni un tal sentimento di fratellanza e
una nobile battaglia: dare il meglio di ś per affrontare
e risolvere, assieme agli altri e ora nel ruolo di novizio, di carit̀, tal unione di spirito che confortava l’animo
il futuro della Provincia. Cosa ci voleva di pì forte per a sostenere quanto v’era di severit̀ e di sacriicio».
coinvolgerlo totalmente?
Erano sedici i religiosi che trov̀ in comunit̀: otto Chierico professo
padri e otto fratelli. Ognuno con un incarico speciico. Fra Andrea visse l’anno di noviziato immerso in que-
Tre novizi stavano terminando l’anno di prova: Basilio sta santa ed aspra monotonia, accompagnata dal va-
da Udine, Vettore da Cadore e Bartolomeo da Bassa- riare delle stagioni e custodita da un rigoroso silenzio
no. Il maestro, il sessantenne p. Paciico da Coneglia- interiore. Del resto, non era entrato tra i cappuccini
no, era anche il superiore della comunit̀, aiutato da con il solo scopo di assicurare meglio la salvezza della
un vice-maestro, p. Giovanni Battista da Venezia.sua anima, di piacere a Dio sempre di pì e di giovare
Se ̀ vero, come riferisce un vecchio cronista, al prossimo in perfetta obbedienza ai superiori?
Di quell’anno di prova conosciamo due fatti che
che, con la soppressione, la Provincia Veneta si
sentiva «minacciata d’estinzione», a quali «dure lo riguardano. Li racconta il suo primo biografo, Gio-
fatiche» si sottomisero quei frati «per ripristinarla, vanni Baldoin. Il primo. A forza di mangiare verdura,
riorganizzarla e rimetterla nella sua primitiva effi- iǹ con il ricadere nei disturbi gastrici di un tempo
cienza»? Egli stesso risponde con «Alcune notizie e se ne lament̀ con il maestro. Questi l’ascolt̀, ma,
della nostra Provincia dalla soppressione del 1866 alla ine, piuttosto brutalmente gli indic̀ i pantaloni
al ripristino di essa».custoditi in un armadio: «Se ti pare, a casa mangerai
In uno dei suoi capitoletti, scrive: «La dispersio- cì che vuoi». Fra Andrea, confuso, chiǹ il capo e
ne aveva apportato nella maggior parte dei religiosi continù a mangiare tranquillamente cì che. pas-
un rilassamento nella piet̀, nella disciplina e nellasava il convento.
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