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Secondo alcune cronache, fin dal 1855 era in funzione a Thiene una sala teatrale che offriva circa trecento posti, ove i dilettanti del teatro di prosa ottenevano i loro modesti successi locali. Pare che alla platea si aggiungesse una loggia; il che ancora dimostra che l'evoluzione del teatro a logge verso il teatro democratico era già in atto. Di un teatro vero e proprio a Thiene si può parlare alla fine dell'Ottocento, quando l'ingegnere Romano Dal Maso iniziò la terza e quarta costruzione di un teatro su un suo progetto. La costruzione andò per le lunghe, tanto che il teatro fu inaugurato il 10 ottobre 1905 con il "Rigoletto" verdiano. È ben noto a tutti gli studiosi dell'architettura vicentina che Thiene èla città ove il liberty, nel versante floreale e nel versante medioevale, trova le più felici espressioni dovute non tanto a nomi altisonanti di architetti che dominavano a Vicenza o a Schio con un disinvolto eclettismo, ma a professionisti locali in particolare ingegneri, che piegavano il gusto della grande Milano alle caratteristiche di una piccola città di provincia. Il teatro di Thiene di Dal Maso ne può essere un chiaro esempio. |
L'impianto èquello di una sala rettangolare con due ordini di gallerie e tre palchi di proscenio per lato, non certo riservati alle famiglie più ragguardevoli della città, ma lasciati alla pubblica fruizione. Le misure della sala erano molto contenute, ma pare che in serate eccezionali un migliaio di persone poteva trovare più o meno comodamente posto. Il palcoscenico lungo e largo poco più di 12 metri indica che Thiene all'inizio del Novecento si escludeva dalla rivoluzione del melodramma fatta propria da Schio e dal teatro Civico con i suoi 1.500 posti e gran palcoscenico. Quindi niente "Aida", "Mefistofele", "Gioconda" e più tardi "Turandot" ma giustamente bisognava accontentarsi di "Rigoletto", "Barbiere", "Lucia" con qualche "Bohème" e "Butterfly". Più cospicua la presenza delle grandi compagnie di prosa che potevano adattarsi e forse trovavano l'adeguata cornice |
nelle piccole misure del teatro thienese. Se l'impianto della sala è dovuta al Dal Maso, la decorazione appartiene alla mano felice dell'ingegnere Ferruccio Cattaneo che si giovò del pittore Remigio Gragagnolo e dell'intagliatore del legno Francesco Rossi. A parte l'armonia della curva della sala che si conclude elegantemente nel boccascena, è questa decorazione che segna l'inconfondibile gusto liberty del teatro di Thiene. La preziosa e delicata ghirlanda di fiori che fa da cornice al soffitto si conclude con la danza delle fanciulle sul fregio del boccascena. Anche le colonnine di sostegno alle logge nelle reminiscenze egizie dei capitelli a bulbo, mostrano la finezza di maestranze ancora operanti nel vicentino all'inizio del secolo. Più compassato l'aspetto esterno del teatro dovuto agli ingegneri Fossato e Dalla Valle "piuttosto povero e per nulla rispondente alle scelte stilistiche che improntavano l'interno". Dopo anni di profonda decadenza e sciagurati restauri dovuti alla trasformazione del teatro in cinematografo, l'elegante sala thienese è ritornata con opportuni restauri all'antico splendore negli anni ottanta ad opera degli architetti Clemente di Thiene e Paolo Torsello. Scartato ormai il sogno dell'opera lirica, il Teatro di Thiene ospita stagioni di prosa, di balletto e di concerti sempre ad alto livello artistico. | |