Monselice
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GIOSTRA
DELLA ROCCA
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È
una giovane rievocazione e una stupenda festa di personaggi in costume
che tornano a ripopolare le strade della località euganea sfilando
in corteo.
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a
romana Mons Silicis fu unimportante mercato e crocevia conteso in
età medievale tra il libero comune di Padova e il Vicario imperiale
Ezzelino da Romano. Ma sgombriamo subito il campo da possibili equivoci.
La
Giostra della Rocca, riuscita rievocazione medioevale che ogni terza domenica
dele mese di settembre fa rituffare lintera Monselice nel suo variegato
passato storico, non si rifà a unantica tradizione. La Giostra,
almeno per quel che riguarda la disputa della sfida cavalleresca della
quintana, è una invenzione che risale al 1987 o meglio,
una felice intuizione dellallora presidente della Pro-loco Virio
Gemignani, che ne ha mutuato considerevolmente la struttura dalla Giostra
del Saracino, molto in voga dalle sue parti (Gemignani è infatti
originario della provincia di Arezzo). Nonostante tutto ha avuto il merito
di far rispolverare alla città alcuni significativi brani e personaggi
della sua lunga storia, stimolando anche dotte ricerche sulle varie epoche
del ricco passato. Elementi
valorizzati soprattutto nel corso della sfilata del corteo storico delle
nove contrade di Monselice (Torre, San Martino, San Giacomo, Monticelli,
Ca Oddo, Marendole, San Cosma, San Bortolo e Carmine) che, durante
la mattinata precedente la disputa della quintana, anima con toni molto
coloriti il centro storico della bella cittadina euganea. Cittadina famosa
sotto il profilo turistico per la sua Rocca (autentico scrigno di tesori,
già visitabile ogni fine settimana fino alla sua sommità,
dove nel torrione federiciano è stato ricavato un interessante
museo che raccoglie tutti i reperti rinvenuti in questi ultimi anni sul
colle), le sette chiesette (che riproducono le sette basiliche romane)
e il Castello Cini, pure geloso custode di tante antiche testimonianze
(in epoca veneziana era la residenza dei Marcello).
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Nel
corteo le nove contrade fanno a gara per esibire i costumi e le coreografie
migliori, proponendo anche quadretti di vita quotidiana che hanno per
protagonisti artigiani, contadini e uomini darte di un tempo.
E così San Cosma mostra, nel grande carro che segue il corteo,
lattività dei vignaioli, Marendole quella degli scalpellini,
altre contrade documentano le botteghe dei mugnai, quelle dei conciari,
e così via. Ogni gruppo di contrada è accompagnato da un
personaggio storico: San Martino propone il grande Federico II, lilluminato
imperatore svevo-pugliese che nel 1239 fece costruire il mastio della
Rocca. Monticelli, contrada che confina con Arquà, propone il Petrarca.
Ma la ribalta presenta anche personaggi di fama meno universale, come
la coraggiosa popolana Speronella, o Araldo e Monte, il cardinale Paltanieri:
personaggi che hanno illuminato squarci della vita di Monselice. La Giostra
vive il suo momento clou con la gara della quintana, dove labilità
dei cavalieri si misura in base alla mira. Devono infilzare di corsa,
al galoppo del proprio cavallo, degli anelli che ad ogni giro sono progressivamente
di diametro più stretto. Una
tenzone che richiede un sangue freddo e un affiatamento con il cavallo
unici. La prova si tiene in cava della Rocca, in un contesto spettacolare.
Ma la Giostra della Rocca è anche un vivace torneo di scacchi,
che culmina con la partita a pedine viventi che si tiene in piazza e pittoresca
Ossicella. È il mercatino medievale, dove le nove contrade vendono
i loro prodotti fatti in casa con lo scopo di ricavare qualche soldino
utile a confezionare nuovi costumi storici. Da un anno allaltro
i contradaioli fanno a gara per migliorare le proprie apparizioni. Negli
ultimi tempi la parte del leone lha fatta il popoloso quartiere
di San Martino che porta a casa la palma del migliore sia nel corteo storico
sia nella quintana dove i suoi due cavalieri romagnoli, Ricchiuti e Colombari,
da tre anni non hanno rivali.
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