Così,
la vecchia piazza deve sostenere un diverso ruolo e maggiori oneri dutenza;
ma, fortunatamente, finora sembra reggere e funzionare bene! La piazza
è tuttora riconosciuta tanto idealmente "centrale"
che, spesso, non sembra esserci cornice migliore per tante disparate
manifestazioni cittadine, anche decisamente "improprie": dalla
trasformazione in vero green per il golf, a quella in grande campo di
radicchio di Treviso; dai raduni motoristici allesposizione di
barche a vela! |
È
fin ovvio che questo spazio urbano sia sempre stato il punto di maggiore
rappresentatività anche architettonica della città, scena
delezione per cerimonie pubbliche, civili e religiose, nonché
di feste popolari come lantica corsa dei tori, o cavalleresche come
la giostra della quintana. La piazza, ovvero le "piazze", data
larticolazione in molteplici ambienti urbani correlati, si è
gradatamente formata e modificata nel tempo, in unevoluzione lenta
ma ininterrotta. Descriverla equivale a ripercorrere tutta la viva storia
della comunità trevigiana.
Nellurbanistica della Tarvisium romana, quasi certamente il luogo coincide con il foro. Vi corrispondeva un quadruvium da cui il nome medievale di piazza del Carrubio formato dallintersezione di uno dei due assi stradali principali città romana (attuali vie Calmaggiore, Indipendenza e Santa Margherita) con un altra strada di antica origine (attuali vie XX Settembre e Municipio). La continuità del secondo asse, ora scomparsa, è indicata dalla originaria posizione ad esso tangenziale del muro absidale della vicina chiesa di San Vito (sec. XII), nonché dallorientamento della torre civica, del sec. XIII ma probabilmente su precedenti fondazioni. |
La
primitiva sede del Comune, piccola, in legno e con annesso solarium (loggia)
per le riunioni, era situata a ridosso del battistero del duomo. Documenti
citano espressioni come "in domo lapidea Comunis" nel 1207,
"in domo nova Comunis" nel 1213; indizi che portano a ritenere
che il primo nucleo dei palazzi comunali fosse eretto già nel primo
decennio del Duecento, esprimendo simbolicamente nel cuore urbano la sovranità
del giovane Comune, conquistata a Legnano contro il Barbarossa e riconosciuta
a Costanza nel 1183.
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