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Lelenco
potrebbe continuare citando altri capitoli di una storia affascinante
e che il tempo non ha sbiadito grazie anche alla memoria popolare e ai
contributi che sono stati offerti dal volume, elegantissimo e di facile
consultazione, Rovigo. Ritratto di una città, edito da Minelliana
nel 1988, con la speranza che larchivio della memoria sia stato
aperto al punto giusto. "Le notizie dirette sulla piazza Maggiore
di Rovigo", è scritto nel libro della Minelliana, "si
ricavano dagli statuti cittadini del XIII secolo e ci permettono di sapere
anche che a quellepoca essa era già circondata da portici".
Attenzioni particolari, di privilegio, poi, andavano ai cittadini che
abitavano le case che sulla piazza si affacciavano. La storia, ricorda
ancora la pubblicazione della Minelliana, dice che se questi cittadini
fossero stati condannati per debiti non avrebbero potuto essere arrestati
fino a che fossero rimasti in casa. Questo fatto, si sottolinea ancora,
lascia capire come lo spazio della piazza fosse caricato nel Medioevo
di un valore sociale particolarmente forte, quale ora si stenta a cogliere
spontaneamente.
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Lo spazio
della piazza Maggiore, lo ripetiamo, era destinato a ospitare mercati,
fiere, cerimonie civili, militari, religiose e spesso contribuiva a intrecciare
relazioni sociali. La piazza si faceva poi luogo per le quatro ciacole
o per fare pettegolezzo, riti di tutto il Veneto, i soli che danno sapori
veri alla quotidianità. Più recentemente piazza Vittorio
Emanuele II si presentava e si animava con i suoi caffè. Non ancora
isola pedonale, i mediatori, ormai senza presente e senza futuro, dopo
la nascita di un numero incredibile di agenzie immobiliari, trovavano
rifugio per proporre "affari doro" alla vecchia Birreria
Pedavena, e al Caffè Franchin. Era il mondo delle proposte di vendita
e di acquisto: non soltanto di case o terreni agricoli, ma anche di paglia,
fieno, frumento, granoturco, mucche, cavalli, asini, muli, maiali ecc.
Cera poi il Caffè Lodi, aperto anche tutta la notte, dove
si giocava a carte per ore e ore. In questo locale, poi, si davano appuntamento
i cronisti locali dopo il "giro di bianca e di nera".
(continua
®)
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