Dignano

I PIRONA
E LA LINGUA FRIULANA

 
Giulio Andrea Pirona, nipote di Jacopo,
con straordinario spirito moderno
seppe unire la cultura umanistica a quella scientifica.
 
 
L'antico guado sul Tagliamento a Dignano. Murales dipinto da Plinio Missana
 
     
 

l nome Pirona è indubbiamente legato a uno strumento ancora fondamentale per lo studio del friulano, il primo, il classico Vocabolario Friulano. È fuori discussione che non vi è vero friulano che non conosca quest’opera, una sorta di “monumento” alla sua lingua, di incredibile forza e resistenza nel tempo, che dopo oltre 130 anni di vita ancora si ristampa, si studia, si consulta appassionatamente, sorprendendo sempre per la sua ancora intatta e fresca vitalità.
Ideatore di questa straordinaria impresa linguistica e ancora insuperato esempio di chiarezza lessicografica, fu lo zio di Giulio Andrea, l’abate Jacopo. Ma il nipote Andrea vi collaborò assiduamente soprattutto per l’introduzione di tutti quei termini scientifici (botanici e zoologici) che arricchirono il Vocabolario e per la cura editoriale che impresse a tutto il volume, pubblicato a Venezia, a un anno dalla morte dello zio Jacopo, nel 1871. Tanto che si può dire, anche ricordando la seconda edizione che lo stesso Giulio Andrea preparò di lì a poco senza riuscire a vederla realizzata, che il merito per la creazione del Vocabolario sia ormai da attribuirsi in parti praticamente eguali a entrambi. Giulio Andrea Pirona era nato a Dignano nel 1822. Rimasto orfano di madre a meno di tre anni, venne affidato allo zio Jacopo, che abitava a Udine e di trentacinque anni più vecchio del nipote. Fra i due presto si stabilì un rapporto di filiazione strettissimo, che li accomunò in una vita molto intensa dal punto di vista degli studi (più umanistici per lo zio, in una direzione più medica e scientifica per il nipote), ma anche da quello degli spostamenti e dei veri e propri viaggi di studio, molto frequenti e spesso con mete decisamente lontane in tutta Europa e che permisero loro di intessere rapporti diretti con una larga comunità di studiosi, fondamentale per dare senso e attendibilità alle loro ricerche e per comparare sul campo la lingua friulana con quella delle altre regioni contermini. Ciò che sorprende ancora oggi dell’attività di Giulio Andrea Pirona è il suo multiforme dispiegarsi in direzioni diversissime di ricerca, ma sempre in qualche modo integrate fra loro per l’interesse linguistico.

.Chiesa parrocchiale di S. Sebastiano a Dignano

 

Casa natale di Jacopo Pirona a Dignano

Interno della casa Pirona
Forse, quello dominante fu medico (si laureò a Padova nel 1846 ed esercitò per molti anni, sia pure saltuariamente, la propria originaria professione), docente di scienze naturali nel Ginnasio di Udine, quando l’Austria chiuse dopo i moti del 1848 le Università del Lombardo-Veneto, ma anche botanico (pubblicò una pietra miliare per lo studio del territorio friulano che è il Florae Forojuliensis Syllabus), geologo, paleontologo e zoologo, dando dimostrazione, con i suoi numerosi saggi pubblicati, di percorrere con grande originalità di ricerca discipline che oggi sarebbero trattate da schiere di studiosi diversi.
Ma la sua personalità non sarebbe completa se non si accennasse ad un altro aspetto importante della sua figura, legato in questo caso alla sua dimensione pubblica, alla sua attività nelle istituzioni culturali udinesi. Forse pochi sanno che Giulio Andrea Pirona fu uno dei padri e senza dubbio uno dei più consapevoli, della Biblioteca Civica e dei Musei udinesi, che contribuì non solo a istituire (l’atto di nascita ufficiale è il 1866, proprio nell’attuale sede della Biblioteca Civica di palazzo Bartolini), ma a impostare e organizzare nel tempo, fino alla sua morte, sopraggiunta imprevista nel dicembre 1895. Fu un progetto culturale di indubbia portata, che volle vedere unita la cultura umanistica a quella scientifica, la biblioteca e i musei, attraverso una sorta di centro culturale sviluppato modernamente attraverso itinerari e percorsi didattici, che passando di sala in sala, di sezione in sezione, desse al suo visitatore una completa visione di tutto un mondo, il tanto amato Friuli, per la prima volta spiegato, studiato e analizzato a beneficio di un pubblico che non fosse di soli addetti ai lavori, ma composto da visitatori semplicemente desiderosi di apprendere e magari, dirà il Pirona stesso, pronti anche a divertirsi nello sforzo di conoscere la propria terra. Una personalità intellettualmente molto complessa, colta, uno scienziato a tutto campo, ma al tempo stesso figura dinamica, ben diversa dallo stereotipo dell’intellettuale sedentario che ritrova nel proprio piccolo studiolo tutti gli elementi che gli servono per interpretare il mondo. Giulio Andrea Pirona, per quanto amasse il suo paese natale, Dignano, al quale ritornò spessissimo, fu vero cittadino del mondo, pur nei limiti che la sua epoca gli impose. Anche la sua ricca biblioteca, che lasciò al Comune di Udine per arricchire la “Joppi”, ne è ancora oggi una preziosa testimonianza.
Quell’alba del 28 dicembre 1895 lo sorprese proprio mentre si dirigeva a piedi alla stazione ferroviaria di Udine per prendere il treno per Venezia, dove lo attendeva una riunione dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, di cui fu sempre partecipe e attivo collaboratore. Quel giorno, per quell’ultimo suo viaggio, Venezia non lo potè accogliere. Tutti, quel giorno, sentirono di essere diventati orfani di un friulano illustre.