Page 74 - Val Tramontina
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LA LUM



lum), che vengono ulteriormente ridotte in pezzi pì alcuni chiodi di ferro; la scure del “ladro”, ignaro 
piccoli. Questi ultimi sono posti ad asciugare vicino al dell’insidia, ne rimarr̀ pesantemente danneggiata.
fuoco. Il prodotto inale, pronto all’impiego, ̀ dunque L’impiego di legno resinoso per accendere il fuoco 

costituito da legnetti della forma di un prisma rettan- e illuminare l’ambiente era diffuso anche altrove, sia 
golare di circa dieci, quindici centimetri di lunghezza in Friuli Venezia Giulia che in altre regioni dell’Arco 

e uno, due centimetri di spessore (st̂as). Grazie alla Alpino; tuttavia il metodo di produzione era spesso di- 
scelta appropriata del pino nero e alla tecnica di pro- verso rispetto a quello praticato in Val Tramontina. A 

duzione, le st̂as di lum risultano facilmente iniamma- Claut ad esempio, in Val Cellina, si produceva la lum 
bili e bruciano a lungo. Ora si impiegano soltanto per sia dal pino nero che dal pino mugo (Pinus mugo Tur- 
accendere il fuoco nella stufa a legna.ra subsp. mugo). I tronchi del pino nero non venivano 

Il secondo metodo per produrre la lum sfrutta, tuttavia scavati come in Val Tramontina ma la lum si 
per cos̀ dire, un avvenimento naturale; pù essere preparava con le piante schiantate dal vento, colpite 

un masso che, precipitando, causa una ferita alla dai fulmini, travolte dalle frane o rinvenute comunque 
pianta incontrata nella caduta; oppure il fulmine morte. Dove mancava il pino nero o dove questa specie 
che la colpisce fendendone il fusto in tutta la sua era meno frequente, si ripiegava su altre essenze.

altezza. Nelle ferite create da questi incidenti si ac- La lum e le sue numerose varianti, legate alla pro- 
cumula la resina, e anche il legno cos̀ traumatizza- duzione del fuoco e all’illuminazione, hanno in Europa 

to, risultandone fortemente impregnato, assume le certamente una storia molto antica; si ritiene infatti 
caratteristiche della lum e come tale viene impiega- che la capacit̀ di creare e gestire il fuoco sia apparsa 

to. In questi casi, se la pianta in seguito muore, la nel nostro continente tra i quattrocentomila e i trecen- 
parte pì ricca di resina viene direttamente ridotta tomila anni fa. Se duecentomila anni fa, come ̀ stato 
in st̂as, senza che ci sia il bisogno di scavarne pre- accertato, i Neandertaliani erano in grado di distillare 

ventivamente il tronco; diversamente si pù proce- la pece dalla corteccia di betulla e utilizzarla per is- 
dere con il primo sistema, iniziando ad asportare la sare le armature in selce su supporti di legno, quasi 

parte colpita. Pertanto il secondo metodo non sem- sicuramente conoscevano anche le propriet̀ degli al- 
pre d̀ origine ai CMTs. A volte succede che un pino tri legni resinosi e, tra queste, la loro caratteristica di 
nero, utilizzato da lungo tempo per la raccolta della bruciare e illuminare con particolare vigore.

lum, ceda alle intemperie schiantandosi al suolo o Pù quindi essere grande l’emozione che si prova 
venga coinvolto in qualche movimento franoso. An- al cospetto degli “Alberi Culturalmente Modiicati” 

che in questo caso la parte pì resinosa del legno (CMTs) se solo per un attimo ci fermiamo a meditare 
viene raccolta e preparata in st̂as. Per evitare che sul loro signiicato: generazioni di alberi e generazioni 

qualcuno raccolga la lum dai tronchi che altri han- di uomini che procedono insieme in dai tempi pì re- 
no predisposto, ̀ abitudine piantare nelle cavit̀moti della preistoria europea.







































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