Page 71 - Val Tramontina
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LA LUM


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ra le innumerevoli forme di utilizzo dei vegetali che le portano e nemmeno danni tanto gravi da provo- Foto Thomas Sina
spontanei, testimonianti il legame primordiale e carne lo schianto sotto il peso della neve o sotto la fu- 
indissolubile che intercorre tra l’uomo e le pian- ria del temporale estivo; questi pini neri infatti riman- 

te, vorrei porre qui l’attenzione su alcuni degli aspetti gono vivi per lungo tempo, probabilmente per secoli.
meno noti e indagati di questo antico rapporto; mi sof- Sono alberi preziosi poich́ testimoniano, con la 

fermer̀ quindi sull’impiego che gli abitanti della Val loro presenza, la produzione della lum, effettuata in 
Tramontina ancora fanno di un particolare albero, ca- passato e in minima misura ancora oggi dai montanari 

ratteristico del paesaggio alpino e prealpino orienta- tramontini. La lum ̀ il legno impregnato di resina che 
le, che qui cresce abbondante. Si tratta del pino nero, viene estratto da queste cavit̀ impiegando la scure. 
un’aghifoglia sempreverde identiicata dai botanici col In effetti le cavit̀ stesse sono il risultato dell’estrazio- 

nome scientiico di Pinus nigra J.F. Arnold subsp. ni- ne della lum, sottoforma di grosse schegge, ripetuta 
gra e indicata dai locali col itonimo di pin negri.sulla medesima pianta per un lungo periodo di tem- 

Di tutto l’Arco Alpino Italiano, il pino negro ̀ na- po. I vetusti pini neri, contraddistinti dalla presenza 
turalmente presente solo su Alpi e Prealpi Carniche e delle profonde cicatrici, costituiscono senza dubbio 
Giulie, con limitate penetrazioni nel vicino Veneto. ̀ un esempio di cì che nel mondo anglosassone e nord 

una conifera che vegeta assai bene in Val Tramontina, europeo viene contraddistinto dall’acronimo CMTs: 
dove le precipitazioni raggiungono i 2500 mm annui e Culturally Modiied Trees (“Alberi Culturalmente Mo- 

la temperatura media oscilla, durante l’anno, tra i 10 diicati”).
e gli 11°C.In Nord America e nell’Europa Settentrionale, gì 

Frequentando i sentieri storici della Val Tramonti- nei primi anni ottanta del secolo scorso, ̀ stato messo 
na, ossia quelli che collegavano un tempo i paesi del in rilievo il valore culturale dei CMTs presenti in quel- 
fondovalle tra loro e con i borghi, le malghe e le stalle le terre. Questi alberi rivestono un ruolo importante 

disseminate sulle pendici dei monti, si ha spesso modo poich́ testimoniano, con la loro presenza, forme di 
di notare nelle piante di pino nero che vegetano ac- impiego delle risorse naturali di un territorio da parte 

canto ai sentieri o a breve distanza dagli stessi, delle delle popolazioni che vi risiedono o vi hanno risiedu- 
profonde incavature di evidente fattura umana alla to. I popoli che vivono abitualmente in un territorio, 
base dei tronchi. Gli esemplari che le portano sono a stretto contatto con l’ambiente da cui dipendono, 

abitualmente quelli di maggiori dimensioni e, proba- spesso sanno bene in dove possono spingersi per non 
bilmente, anche i pì vecchi. Le profonde ferite, ormai esaurirne le risorse. I Sami scandinavi e i nativi nor- 

cicatrizzate, non hanno causato la morte delle piantedamericani, cos̀ come i montanari della Val Tramon-











































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