Page 67 - Val Tramontina
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VENEZIA IN VALLE



di Sotto. A quel punto la strada rappresentava ormai la Non possiamo tralasciare poi un accenno a due 
via migliore per portarli alle citt̀ della pianura”.antichi mestieri della Valle, i cestai e i segantini, ora 

Altra interessante attivit̀ produttiva di un tempo, del tutto scomparsi, ma che costituivano ino alla ine 
particolarmente sviluppata era la produzione di calce degli anni Cinquanta del Novecento, un’importante, a 
che si otteneva in calcinaie circolari che ancora oggi volte unica, risorsa economica di tante famiglie Tra- 

costellano i molti sentieri delle Val Meduna. Un tipico montine. Questi antichi mestieri erano legati stretta- 
esempio di questi manufatti, lo possiamo ammirare in mente all’ambiente naturale della montagna, vuoi per 

localit̀ Sisto di Tramonti di Sopra dove una bella for- le materie prime utilizzate (cestai) vuoi per la specii- 
nace ̀ stata recentemente restaurata.ca attivit̀ nel bosco (segantini).
Il lavoro del cestaio (gêr) consisteva nel pro- 
“La Val Meduna, gì a partire dal Seicento diven- 
ne uno dei principali centri di produzione di calce durre cesti di vimini (g̀is) di vari tipi: variavano le 
per l’area dello spilimberghese. Per produrre questo dimensioni, la struttura, la robustezza, il colore se- 

bene erano suficienti sassi e legna, poi, per spegnere condo dell’uso a cui era adibito, agricolo o domestico. 
la calce si rendeva necessario una discreta quantit̀ Le poche e semplici materie prime adoperate, vimini 

d’acqua. La vallata era particolarmente ricca di pendii (v̀nchis) di salice, stecche (br̀az) ecc., erano tutte 
ciottolosi, ruscelli, rii, iumi dove facilmente si pote- ricavate da piante locali. I cestai lavoravano nelle stal- 
vano recuperare i sassi che sarebbero diventati calce. le e la loro attivit̀ non aveva stagioni, sebbene fosse 

Non mancava poi il combustibile costituito da fascine, pì intensa nei mesi invernali. Quando giungeva l’au- 
rami, tronchi d’alberi di faggio (rep), abete (pȩ) e tunno caricavano i cesti sui carri trainati da cavalli e 

soprattutto pino mugo (ala̧)” (citazione da Fornaci le donne scendevano in pianura per barattarli con i 
da calce in Tramonti di Sopra di Moreno Baccichet e contadini, passando di casa in casa, o a venderli.
Un altro dei vecchi mestieri, praticato in particola- 
Dani Pagnucco, 2005).
Anche il carbone veniva prodotto nei boschi della re dagli abitanti di Chievolis, Faidona e delle borgate 
Valle: “Qui c’erano i carbonai che andavano a fare il vicine, era quello del segantino (segaz o sliper̂r), ciò 

carbone in Selva̧. Abitavano in un casone e scen- tagliatore di tronchi e legna nei boschi. Verso la ine 
devano in paese a fare la spesa ed incontravano le del 1800, con l’avvento del treno, i segantini si specia- 

donne che trasportavano con la gerla il carbone” lizzarono nella costruzione di traversine (in inglese 
racconta Delfina Moruzzi, classe 1922, di Campone sleeper, da qui il nome sliper̂r) per la strada ferrata. 
(citata nel settimo volume delle collana Lis Vilis di I Chievolani emigrarono in Germania, Galizia, Tran- 

Tramoņ, 2005).silvania, Ungheria, dove divennero dei veri esperti di











































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