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VAL TRAMONTINA
delle Dolomiti friulane che tutela i valori naturalistici Domenico Zatti che assieme a quella di Giovanni Mon-
di tutta l’area. L’asprezza di molti luoghi, i grandi si- giat di Chievolis nei primi anni del Novecento consent̀
lenzi rotti solo dai movimenti di animali grandi e pic- di far arrivare la corrente elettrica in molte case. No-
coli, che si fanno sentire con indistinti rumori, suoni nostante la presenza di queste attivit̀ persisteva nei
e battiti d’ali - da qualche anno a questa parte sono paesi uno squilibrio negativo tra popolazione e risorse
arrivati anche aironi e cormorani - offrono al visitatore economiche che costrinse molti uomini a emigrare, fe-
sensazioni uniche a volte contrastanti.nomeno sociale che divenne di massa alla ine dell’Ot-
In passato, l’economia della valle si basava essen- tocento e che nel prosieguo del tempo provocher̀ un
zialmente sulla silvicoltura e su una ben radicata zoo- lento ma inesorabile spopolamento dei paesi.
L’idrograia ̀ strettamente connessa all’assetto oro-
tecnia. Un secolo fa erano aperte una dozzina di mal-
ghe e casere, alcune oggi trasformate in ricoveri alpini. graico. In genere i corsi d’acqua scorrono prima da
I loro ruderi, al pari dei resti delle numerose vecchie ovest a est, secondo l’andamento degli avvallamenti
fornaci di calce, testimoniano la laboriosa dura vita di orograici, poi volgono a sud incidendo profondamente
un tempo. L’artigianato presentava alcune forme par- le montagne. Il Canal Grande e il Canal Piccolo del
ticolari, come i cestai (gêrs), i segantini o tagliatori Meduna conluiscono in un unico corso d’acqua sotto
di traversine ferroviarie (seg̀z o sliper̂rs) e, del tutto Selis, 581 m s.m., storica borgata scomparsa sotto l’ac-
singolari, gli stagnini (arv̂rs) che per lavorare si spin- qua mezzo secolo fa. In quegli anni, infatti, il torrente
gevano ino nei pì lontani paesi del Veneto e dell’E- fu qui sbarrato con una diga ad arco-cupola alta circa
milia. Per comunicare tra loro avevano inventato un 60 metri che ha dato origine al lago del Ciul della capa-
gergo incomprensibile anche per gli stessi tramontini, cit̀ di oltre nove milioni di metricubi. La quota massi-
la cui parlata friulana per certe espressioni si avvici- ma d’invaso raggiunge i 596 m sul mare ed ̀ quindi il
pì elevato lago artiiciale del Friuli Occidentale. Nei
na molto a quella della Carnia. Lungo i corsi d’acqua
erano sorti molini, segherie e oficine. A Tramonti di periodi di magra dalle acque riemergono ancora i resti
Sopra c’era anche la piccola centrale idroelettrica didei poveri casolari di Selis dove nel 1864 ebbero acco-
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