TRONA AL SOMMARIO
     
 
Villa Melmae
 
LE ORIGINI
 
 
In epoca storica il decanato era sotto la potestà dei canonici trevigiani che lo affidavano da amministrare a una persona di fiducia con una cerimonia del tutto simile all’investitura feudale. Nel musile o prato si teneva il mercato che in seguito ha preso il nome di San Michele in Melma, il più grande del trevigiano.
         
 

   Risulta piuttosto difficile descrivere o anche solo riassumere, in poche pagine, le complesse vicende storiche del comune di Silea e delle antiche località che si trovano nel suo territorio. Daremo soltanto dei cenni per invogliare il lettore a conoscere maggiormente questa parte del territorio trevigiano.
   Il comune di Silea confina a nord con i comuni di Carbonera e di San Biagio di Callalta, ad est con il comune di Roncade, a sud-ovest, tramite il Sile, con il comune di Casier, a ovest con il comune di Treviso e a . sud-est con il comune di Casale sul Sile; è formato

ARULA FUNERARIA DI FLORA E PRISCA, DELL'ETA' ROMANA - foto Gianni Mazzon

   La villa Melmae, ossia il capoluogo dell’attuale circoscrizione comunale, merita di essere conosciuta maggiormente. Melma deriva dall’etimo longobardo melm, che indicava originariamente «sabbia fine» e quindi per estensione anche un «terreno sabbioso». Si è sempre pensato che il termine latino melma si dovesse tradurre con «fango», ma melm fu latinizzato in melma soltanto nel tardo-medioevo, assumendo un significato diverso da quello originario, e cioé quello di: terra intrisa d’acqua, impalpabile, appiccicosa, che si trova generalmente sul fondo di corsi d’acqua o di

 
 

dalle frazioni di Silea (già Melma), Cendon e Sant’Elena sul Sile, dalla località di Lanzago e dalle “località storiche” di Montiron, Franceniga, Villapendola, Molinella, Torre del Sile, Castello di Cendon e San Giovanni di Runfiello.
   Vi sono tre parrocchie con le loro chiese parrocchiali: San Michele Arcangelo di Silea, Santi Vittore e Corona di Cendon e Sant’Elena Imperatrice di Sant’Elena sul Sile. Sia nelle chiese parrocchiali che in altre non parrocchiali (oratorio di San Pietro, santuario della Madonna della Salute) ci sono diverse opere d’arte che meritano di essere conosciute.
   Silea fino al 1935 si chiamava Melma. Durante la dominazione francese, il 21 maggio 1806, fu istituita la Municipalità di Melma, Cendon, Sant’Elena; durante la dominazione austriaca, il 1 maggio 1816, fu istituita la Deputazione Comunale di Melma, comprendente: Melma, Lanzago, San Floriano, Sant’Elena sul Sile e Montiron. La denominazione fu cambiata da Melma in Silea su proposta dell’amministrazione comunale (5 settembre 1934) e con decreto (21 gennaio 1935) del re Vittorio Emanuele III, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 28 febbraio 1935, n. 100.
   Che cosa dire sull’origine delle località storiche del comune di Silea? Risalgono esse all’epoca romana o preromana? L’insediamento sul territorio è testimoniato da diversi reperti risalenti all’antica età del

 

paludi o è depositata dalle piene dei fiumi e quindi anche fango e fanghiglia. A Melma non vi sono mai state le paludi e neppure il fango, bensì campi ubertosi e boschi piuttosto estesi.
   Troviamo Melma, segnalato come idronimo, in un documento del 727 riguardante la fondazione, ad opera dei coniugi trevigiani Lorenzo e Petronia, della chiesa monastica di San Paolo sul Melma. È possibile che fosse anche un toponimo indicante il villaggio che proprio allora stava prendendo forma vicino alla foce del fiumicello Melma. È probabile che l’origine di Melma e Lanzago, come villaggi, risalga all’epoca longobarda. Un indizio di influsso longobardo è anche l’intitolazione della chiesa di San Michele di Melma.
   In sede storica riveste particolare importanza lo studio del decanato di Melma: ossia il territorio posto sotto la giurisdizione dei canonici trevigiani e amministrato da un decano, coadiuvato da «saltari», guardaboschi e guardie campestri.
  Il decano aveva il compito di organizzare il lavoro dei «rustici» o servi contadini. Il decanato di Melma comprendeva tutto il villaggio di Melma, parte del territorio di Porto, di Storga, di Villapendola, di Campostorto, di Lanzago, di Gunfo, di Nerbon e del bosco Vedernego (lett.: «vecchio villaggio») che si trovava a Dosson anche se veniva chiamato Vedernego di Melma, intendendo specificare che apparteneva al decanato di Melma e non al villaggio omonimo.

 
 

bronzo (3000 a.C. - 2000 a.C.), all’età del bronzo medio, all’età del ferro (VIII secolo a.C. - V sec. a.C.), all’epoca romana: di un certo interesse è l’arula funeraria di Flora e Prisca, trovata a Montiron. La storia scritta, comunque, comincia con un documento redatto nel 710, riguardante Torre del Sile; la stessa località viene ricordata, unitamente al castrum di Cendon, in una bolla pontificia di Leone IX nel 1053 e in un diploma imperiale di Enrico V nel 1118. Siamo in piena epoca feudale e le nostre località risultano così infeudate: Melma e Lanzago ai canonici di Treviso, Sant’Elena sul Sile parte al patriarcato di Aquileia e parte ai conti Guidotti, Franceniga ai conti Guidotti, Cendon parte al monastero benedettino di Brondolo e parte all’ordine militare di San Giovanni del Tempio. A partire dal 1263 si formarono i comuni rurali minori, detti regulae o villae, dotati di amministrazione locale e di statuto proprio, a Melma, a Lanzago, a Montiron, a Cendon e a Sant’Elena sul Sile (che incorporava anche la Franceniga). Tale assetto amministrativo perdurò fino alla fine della dominazione veneziana.

 
CHIESA DI SANT'ELENA IMPERATRICE A SANT'ELENA SUL SILE -  foto Gianni Mazzon
 
 
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