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     Ora, dopo la chiarificazione portata nel 1967 dal grande linguista Giambattista Pellegrini, questa spiegazione non viene generalmente condivisa.
Gli autori successivi hanno seguito l’impostazione del Pellegrini ed oggi è pienamente accoglibile la tesi della derivazione di Lagozzo da “lago”, nel senso di “corso d’acqua”, anche sulla scorta della documentazione d’archivio, soprattutto se si ricorda quell’aqua Awadotij precedentemente riportata, che compare in un documento del 1272.
Ancora più esplicita conferma proviene dalla lettura della relazione che nel 1442 il proto della Serenissima Marco Cornaro compilò dopo aver effettuato sopralluoghi nella zona per rilevarne le problematiche idrauliche, laddove scriveva «Ma è stado visto una fossa la qual se chiama Lagozzo per la qual abelmente se intraria in nel fiume del Musestre, la qual bisogna netar da lignami e largar in alcuni luoghi e far certa buova e porta de cavo de dicto Lagocio». Il Lagozzo esisteva allora anche come canale artificiale, utilizzato come via di trasporto verso il Sile dei tronchi d’albero abbattuti nel bosco di Spercenigo; in questo fatto trova spiegazione anche il fatto che l’etimo Lagozzo non si riscontri a nord del territorio appartenente amministrativamente a Spercenigo.
Con il tempo, sparita la fossa, il toponimo venne traslato direttamente alla strada d’origine romana, al cui lato probabilmente correva.