Page 95 - Abitare a Campodarsego
P. 95
iL vescovo deL monteLLo e deL piave
Anno Santo 1925: te del governo: «̀ uno spettacolo che strazia l’anima li, dal Cadore, dalla sinistra Piave. Gente angosciata
mons. Longhin accompagna e sul quale io, vescovo e padre di queste popolazioni, ed esausta, che vagava senza meta, senza mezzi, con
i 2000 pellegrini trevigiani
alla tomba di San Pietro sono obbligato in coscienza a richiamare l’attenzione quattro stracci addosso e poche masserizie.
(Roma, piazza San Pietro):della Vostra Signoria e di invocare un provvedimento Per alleviare quelle sofferenze, in quel terribile in-
Nella pagina seguente: energico per impedire la completa iattura del nostro verno (1917-1918) dovette, egli pure, impegnarsi con
L’orologio regalato
a Mons. Longhin paese, che pure ha dato e d̀ per la guerra il suo san- i suoi scarsi mezzi e il suo grande cuore. All’inizio di
da S. Pio X.gue migliore» (25.11.1917).gennaio 1918 and̀ a Roma e chiese personalmente
La regola francescana Presentava delle ipotesi: «Se ̀ intenzione del go- aiuto a Papa Benedetto XV.
appartenuta al Beato.verno requisire completamente, o quasi, cì che ̀ di
Onore al vescovo e ai suoi preti!
Mons. Longhin continua assoluta necessit̀ sia per lavorare i campi sia stretta-
le sue visite pastorali mente per vivere, allora ̀ necessario che si provveda I sinceri e leali sentimenti patriottici del Longhin
anche in et̀ avanzata.senz’altro allo sgombero di tutta questa plaga sventu- non si intiepidirono nemmeno di fronte all’ottuso e
Mons. Longhin muore rata, ma se, come mi fu assicurato da persona auto- settario anticlericalismo, spinto, talora, ino alla per-
il 26 giugno 1936. revole, non ̀ questo l’intendimento del governo, urge secuzione da parte di non pochi cosiddetti rappresen-
Il feretro esposto
alla preghiera dei fedeli.far sentire i gemiti di tanti sventurati e far cessare tanti uficiali della nazione. Costoro, anzich́ favorire
Il grandioso e affollato il deplorato provvedimento che, nella sua pratica at- l’armonia degli animi e la concordia degli spiriti, di-
funerale del tuazione, a breve scadenza, affamerebbe la regione».nanzi alla dura prova che la patria stava affrontando,
Vescovo Longhin.
Le popolazioni avrebbero potuto lasciare le loro sembrava che non avessero problema pì importante
case e trasferirsi in zone pì sicure, ma il vescovo e pì urgente che quello d’insinuare il sospetto e di
si rendeva conto che questo rimedio sarebbe stato gettare il discredito sul clero...
peggiore del male. Le case e gli averi, incustoditi, Terminata la guerra, nel 1918, ricevette dal gene-
rale Vaccari, comandante d’armata, l’alta onoriicenza
sarebbero stati esposti a rovine e saccheggi ancora
maggiori da parte degli «sciacalli», che, purtroppo, civile della «Croce per merito di guerra». Motivazio-
non mancano mai. «Notizie di vandalismi giungono ne: per essere rimasto a Treviso anche dopo la rotta di
da per tutto: ̀ un obbrobrio - scriveva a mons. Furlan Caporetto; per aver amministrato la citt̀ in assenza
-. Se i tedeschi saranno come questi nostri sciagurati delle autorit̀ civili; per aver obbligato i parroci della
italiani, che cosa ci rester̀?» (16.11.1917).sinistra del Piave a rimanere nelle loro sedi per aiutare
C’era poco da illudersi, percì raccomandava ai le popolazioni nel bisogno e seguirle nel caso fossero
parroci che, dov’era possibile, convincessero le po- andate profughe nelle regioni d’oltre Po.
polazioni a rimanere nelle proprie case e sui propri A proposito di questa onoriicenza, il 4 luglio 1919
campi. «Altrimenti - diceva - vanno a patir la fame» scrisse una lettera al generale Armando Diaz, in cui
(a mons. Luigi Pellizzo, 12.11.1917). Una prova l’a- diceva: «Commosso per questo atto di altissima defe-
veva avuta qualche tempo prima a Treviso. Il 4 giu- renza, io lo ricevo con animo lieto e riconoscente, per-
suaso che l’onore fatto al vescovo di Treviso si estende
gno 1916, scrivendo al card. Gasparri, accennava ai
300 profughi giunti dall’altipiano di Asiago ed usciva pure a tutto il suo clero, che ne ha seguito con fedelt̀
nell’esclamazione: «Quale strazio, Eminenza!».l’indirizzo» (4.7.1919).
Ancora maggiore fu lo strazio che prov̀ dopo la Lo poteva affermare con santo orgoglio, perch́
rotta di Caporetto, alla vista di iumi di gente fuggita la diocesi aveva mostrato a tutti di avere dei «preti
davanti all’incalzare del nemico. arrivavano dal Friu-mirabili»!
92
ABITARE A cAmpodARsEgo