1509-13 (1510-11 attività di Fra’ Giocondo), interventi d’urgenza con apprestamenti provvisori sulle precedenti cortine medievali, lavori sulle acque e al bastione di porta Altinia; 
    1513-15, sotto il coordinamento del capitano Bartolomeo D’Alviano, progettazione generale definitiva col probabile recupero degli spunti di Fra’ Giocondo, impostazione esecutiva dei punti nodali, completamento di bastioni e torrioni a sud del Sile, tra l’Altinia e San Paolo; 
    1516-20, realizzazione e completamento di tutto l’anello murario procedendo in successione ovest-nord-est-sud; 
    1520-1560 ca., completamenti e finiture; integrazione del sistema difensivo con due grandi baluardi nuovi, al Castello presso ponte San Martino e dietro San Teonisto. 
    La storia ha voluto che l’imponente complesso difensivo trevigiano non abbia mai dovuto affrontare le armi. Il preoccupante declino delle costruzioni, tante volte denunciato dai podestà tra Seicento e Settecento, non venne efficacemente contrastato. 
    Nel periodo napoleonico, lontana dai confini del regno e inutile strategicamente, l’ormai malconcia fortezza trevigiana fu smantellata. Così, nel 1806 fu asportata un’enorme quantità di mattoni, destinati alla ristrutturazione della fortezza di Palmanova. 
    Da allora il degrado delle mura crebbe esponenzialmente. Sotto il governo austriaco alcune porzioni furono vendute a privati e vi iniziò a sorgere qualche costruzione (1846, officina del gas). 

    Ridotte a limite daziario, per aprire la “barriera” al fondo della riviera del Sile, verso il 1866 si demolirono le importanti strutture del Portello. Demolita e interrata fu anche buona parte delle casematte e dei percorsi sotterranei, specie per toglierli ai contrabbandieri. Nel 1875 il demanio italiano cedette al Comune di Treviso, al simbolico prezzo di 7.514 lire e 80 centesimi, tutte le residue particelle, a meno delle due porte di San Tomaso e Santi Quaranta (l’Altinia era già stata chiusa e alienata). Tra Otto e Novecento le mura furono sentite come ostacolo allo sviluppo della città moderna, e dovettero miracolosamente resistere a ripetute proposte di abbattimento integrale e lottizzazione. Un tratto fu effettivamente abbattuto ad ovest nel 1892 e un altro a est nel 1922. Il baluardo di San Teonisto fu in gran parte demolito nel 1892 per realizzare la strada di circonvallazione. Per lo stesso scopo fu in parte ridotta la larghezza dei fossati. 
    Dopo il primo varco di fronte alla stazione ferroviaria nel 1857, altri si iniziarono a praticare col nuovo secolo, destinati a riallacciare lo stretto rapporto tra la città e il suo circondario. Fino ad epoca relativamente recente le mura hanno rappresentato una comoda disponibilità di aree per collocarvi, assieme a svariate costruzioni private, strutture ed edifici pubblici (macello, mercati, scuole ecc.). 
    Tuttavia, a nord, parte delle fosse e dei bastioni, opportunamente sistemati e alberati all’inizio del Novecento, divenne giardino pubblico e la passeggiata favorita dai trevigiani.

(continua )

 Il torrione di nord-ovest e il tratto settentrionale delle mura (Viale Cairoli)

Il torrione di nord-ovest e il tratto settentrionale delle mura (Viale Cairoli)
 
 
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