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NATO DA UNA FOLGORAZIONE |
L'ambiente
naturale che tanto impressionò i fondatori del paese,
crea ancora oggi, un insieme armonico con i borghi rurali e gli altri insediamenti abitativi. |
È
così che le due famiglie protagoniste di tale vicenda decisero
di porre fine alla loro fuga e di stabilirsi in queste terre. Ed è
così che nacque Treppo Grande, secondo quanto racconta nella
metà dell800 Ippolito Nievo, lautore del celeberrimo
Confessioni di un italiano. La lunga permanenza presso il castello di
Colloredo, vicinissimo a Treppo, permise infatti allo scrittore di conoscere
profondamente la gente del posto e dei dintorni. La storia delle origini
del paese gli fu riferita da un «bifolco», che a sua volta
aveva riportato quanto narratogli dal nonno. Pare dunque che queste
due famiglie, scappate in seguito a una guerra e invasione nemica («non
vi so dire se fossero Turchi, o Mori, o Francesi quelli che veniano»),
fossero restate talmente impressionate dalla bellezza di questi luoghi
che decisero di farli diventare la loro dimora definitiva. «La
terra [
] era fertile oltremodo, e saluberrima laere e lacque
assai propizie al prosperamento degli uomini e del bestiame, onde tutti
ad una voce concorsero nel pensiero di restarsene colà, ubbidendo
umilmente alle grazie del Signore che aveali guidati a quel punto di
salvazione». |
Completamente
immersi nel verde, inoltre, sono quegli insediamenti chiamati casali
(presenti a Treppo Piccolo e Vendoglio), in cui quasi ogni abitazione
costituisce unisola a sé, messa in collegamento con le altre
da stradine campestri che invitano a scoprire questi paesaggi in groppa
a un cavallo o in sella a una bicicletta.
Il connubio tra storia e natura è celebrato anche in innumerevoli edifici di origine rurale ubicati in punti panoramici o immersi in preziosi contesti naturalistici. Nella frazione di Zeglianutto si possono citare Casa Ponta, un bellesempio di abitazione contadina del XVII secolo custodente unelegante corte con loggiati, e Casa De Giorge, che presenta una facciata ad archi ribassati risalente alla fine del XVIII secolo. Nella frazione di Vendoglio, invece, meritano menzione Casa Basso, posta sul culmine di una collina e caratterizzata da ballatoi in legno e da un portico daccesso sporgente dal complesso, e la vicina Casa Floreani, dalla tipica forma a L, con il lato minore delledificio disposto perpendicolarmente alla strada. Lantica necessità difensiva di creare degli insediamenti in posizioni elevate ha fatto sì che fin dal XII secolo le abitazioni e le strutture di maggior importanza civile e religiosa fossero costruite sui promontori più alti del colle, su cui il nucleo abitato di Treppo si distende da Nord a Sud. È il caso di Villa Bellavitis, che sorge in uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo e che secondo alcuni studiosi era anticamente sede di un castello. Le fa da vassallo la vicina chiesetta secentesca di SantAnna: da qui, la vista può spaziare sulle altre colline dellanfiteatro morenico (Treppo è posizionato sullultima delle tre cerchie, quella più a nord), le quali in ogni ora del giorno esibiscono profili e sfumature diverse, come se fossero un soggetto rappresentato più volte dallo stesso pittore a seconda del suo stato danimo. Vi sono poi altri siti, anchessi posizionati in punti strategici ed elevati, che celano segreti castellani in grado di destare la curiosità di esperti e profani. Sia nella frazione di Vendoglio che in quella di Carvacco, infatti, esistono delle località chiamate ancoroggi cjscjelàt (lett. castellaccio), toponimo che testimonia che in queste sedi si ergevano in tempi remoti dei manieri. Per quanto concerne il cjscjelàt di Vendoglio, fa fede la torre campanaria della chiesa di San Michele, che non ebbe origine come parte di un edificio di culto, bensì di un fortilizio, come attestano i mattoni tardo-antichi (se non addirittura romani) presenti alla sua base. Da lì, inoltre, si vede in modo nitido il castello di Colloredo, quando è risaputo che era vitale per i manieri della zona essere posti in comunicazione tra loro, per difendersi con più forza in caso di invasione nemica. Per quanto riguarda Carvacco, invece, è stata unindagine sul campo a far emergere un rialzo, circondato da un fossato, in cui probabilmente si ergeva il Castrum Carvaci. È il verde, dunque, il colore di Treppo Grande. Il verde dei suoi rigogliosi boschi, dei suoi dolci colli, dei vasti prati di cui pullulano le sue aree naturali protette. E dentro il verde riposano la storia e la tradizione. La storia di pietre antiche, la tradizione di un mondo agricolo che si esprime con preziose architetture. |