Tale biodiversità è collegata
al numero di specie presenti e dipende strettamente dal loro grado di
inquinamento.
Generalizzando, per quanto riguarda il Sile ed i suoi
affluenti, è possibile affermare che, in termini ecologici, stiamo
passando da un precedente stato di equilibrio, basato su un’ampia varietà
di piante ed animali, equamente distribuiti, ad un progressivo cambiamento
caratterizzato da un minor numero di specie diffuse, però, in maniera
molto elevata e pertanto anomala. Un esempio ci viene dato
dall’analisi della vegetazione acquatica. Alla varietà di piante
rilevabili nel passato, si è passati alla quasi esclusiva presenza
del Potamogeton Pectinatus, una specie favorita da elevati livelli di eutrofizzazione
causati dalla eccessiva presenza di nutrienti in acque poco limpide. |
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Per questo il Nerbon presenta un grado di naturalità leggermente più elevato rispetto al Melma. Per un semplice confronto basta osservare il loro corso poco prima della confluenza con il Sile. Il Melma è popolato da pochissime specie vegetali e da un limitato numero di macroinvertebrati, mentre il Nerbon presenta una ricchezza naturale molto più elevata. Tra le aree che assumono qualche valore di naturalità, bisogna ricordare i parchi delle ville venete. In questi ambiti, talvolta ben ricoperti da vegetazione arborea e contornati da giardini più o meno ampi, trovano rifugio molte specie di animali che difficilmente sostano nel restante territorio. Anche in questo caso tali aree assumono una funzione di rifugio per quegli animali che, trovandole adatte al loro insediamento, vi si stanziano per poi diffondersi successivamente nel circostante territorio, concorrendo, in questo modo, ad aumentarne la biodiversità. È il caso ad esempio del colombaccio, della ghiandaia, del picchio verde e di altri che, dopo un’assenza decennale, da qualche anno stanno registrando un netto incremento proprio nelle aree dove si sono nuovamente insediati. |
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Ultimo infine, ma senz’altro non meno importante
sotto il punto di vista naturale, è l’ambiente agrario. Si tratta
però di una realtà che negli ultimi decenni ha perso molti
dei suoi valori di naturalità. |
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