MARCO PAVARIN

Ufficio educazione naturalistica e comunicazione

del Parco Regionale dei colli euganei

 

 


 

Tra rocce, natura e uomo

GEOLOGIA E AMBIENTE

Formazione ed evoluzione delle rocce e dei terreni

 

 

L'area euganea costituisce un esempio singolare e probabilmente unico di come le vicende geologiche, l'evoluzione dell'ambiente naturale e la secolare presenza antropica siano intrecciate a tal punto da non poter essere studiate e comprese separatamente l'una dall'altra.
Autentico laboratorio didattico di geologia a cielo aperto, i Colli emergono dalla pianura quasi a far da prologo alle poco distanti pendici beriche e prealpine; con esse condividono parte della storia di un antichissimo mare che nell'Era Mesozoica, copriva buona parte dell'area.
Le rocce più antiche in affioramento sono di natura sedimentaria. Il Rosso Ammonitico, calcare risalente al Giurassico (circa 150 milioni di anni fa), prende il nome dalle ammoniti, molluschi marini, con conchiglia a spirale, ora estinti; formazione rocciosa rara sugli Euganei, affiora solo a Cinto Euganeo, nei pressi della frazione di Fontanafredda.
In sequenza temporale sopra di esso, giacciono a strati le altre formazioni sedimentarie, via via più recenti. Il Biancone, calcare chiaro a grana finissima, è diffuso nella zona di Villa di Teolo, nei dintorni di Bastia e Fontanafredda. Anche se molto differenti come aspetto, a questa formazione appartengono porzioni di una più tenera roccia di colore scuro (argillite), portate alla luce presso Cava Bomba a Cinto Euganeo, nella quale sono stati ritrovati importanti reperti fossili di antichi ambienti tropicali marini; essi sono esposti nel Museo della Provincia di Padova presso Cava Bomba, nei suggestivi ambienti dell'omonimo complesso di archeologia industriale, ex fornace da calce ora dismessa. Al Biancone segue la Scaglia Rossa, calcare argilloso di colore più o meno rosato e fittamente stratificato; essa si formò dalla deposizione in mare tra il Cretaceo superiore e l'Eocene inferiore, quindi oltrepassando il limite tra l'Era Mesozoica e la successiva Era Cenozoica o Terziaria. Comunemente chiamata "scaglia" è certamente la più diffusa e conosciuta tra le rocce sedimentarie euganee, soprattutto nell'area tra Cinto Euganeo, Valle S. Giorgio, Baone ed Arquà Petrarca. Dalle cave di scaglia, ora non più attive, provengono varie specie fossili, tra cui abbondano i ricci di mare e i denti di squalo.
Materiale di origine marina molto diffuso e incluso nelle rocce sedimentarie, in particolare Biancone e Scaglia, è la selce, di colore grigio, nero e di varie tonalità di rosa; essa venne utilizzata dagli antichi abitanti delle pendici collinari che seppero sfruttare sapientemente le sue proprietà per realizzare strumenti adatti al taglio per cacciare e per gli usi quotidiani.
In questo territorio collinare, la serie sedimentaria termina con la Marna Euganea. Materiale ricco d'argilla, la marna è assai friabile, tenera e stratificata, di colore per lo più grigio; il periodo di formazione delle porzioni ancora oggi in affioramento arriva fino all'Oligocene inferiore. L'estrazione delle marne, nella zona di Monselice, Rivadolmo e Cinto Euganeo servì in passato alla produzione di cemento.
Nell'Era Terziaria cominciarono le grandi trasformazioni dovute ai più conosciuti e caratteristici fenomeni vulcanici che ancor oggi contraddistinguono in modo netto e inconfondibile le linee del paesaggio euganeo.
Il vulcanesimo si divise in due fasi nettamente distinte. Le prime attività risalgono all'Eocene superiore (circa 43 milioni di anni fa), quasi contemporaneamente ad altri importanti fenomeni simili che, nell'area prealpina, fecero da corollario ai movimenti di formazione della catena Alpina. Colate sottomarine di lava basaltica, assai fluide e ricche di gas e vapori, si riversarono espandendosi sul piatto fondale dell'antico mare, formando accumuli poco elevati e velocemente solidificati al contatto con l'acqua. Oltre a queste, vi fu una grande quantità di prodotti esplosivi come ceneri e lapilli, che formarono spesse coltri di tufi frammisti alla fanghiglia del fondale. Oggi, ciò che resta di questa prima fase vulcanica si ritrova affiorante soprattutto nel settore centrale dei Colli.
Fu solo la seconda fase vulcanica che diede l'impronta attuale al comprensorio euganeo. Dopo un periodo di quiete, all'inizio dell'Oligocene (circa 35 milioni di anni fa) una forte ripresa dei fenomeni produsse materiali lavici di composizione molto diversa rispetto a quelli della fase precedente, a tal punto che questa fu l'unica zona delle attuali Venezie dove fuoriuscirono abbondanti lave acide ricche in silice e assai viscose. Dal raffreddamento nacquero rocce particolari, per prima la riolite seguita da trachite e latite, con filoni di basalto a chiudere il ciclo. La forte spinta dei magmi sollevò e fratturò nei modi più disparati gli antichi strati del fondo marino che, fino ad allora, avevano conservato la conformazione originale. Si formarono di fatto gli apparati che conferiscono alla morfologia euganea un aspetto unico e suggestivo. Colline dolci e più arrotondate, dette laccoliti, sono costituite da un rigonfiamento lavico raffreddato al di sotto di una copertura di rocce sedimentarie più antiche; prendono il nome di laccoliti di eruzione quando il magma continuò la sua spinta fino a sfondare la copertura calcarea stessa. Molte sono le forme ripide e aspre formate dalla fuoriuscita del magma; tra di esse, da ricordare è la spettacolare parete rocciosa trachitica di Rocca Pendice, tra Castelnuovo e Teolo, oggi conosciuta anche per le numerose e articolate vie dedicate all'arrampicata sportiva e, negli ultimi anni, per essere sito protetto di nidificazione spontanea del falco pellegrino.
Terminati i fenomeni vulcanici, le cime più alte emersero probabilmente andando a formare nell'antico mare padano un arcipelago di ripidi isolotti pietrosi.
Molto tempo dopo, l'emersione dal mare e un'erosione selettiva di milioni di anni hanno prodotto un paesaggio molto vario; le più tenere coperture sedimentarie vennero in parte smantellate dagli agenti atmosferici e, allo stesso modo, furono esposti in netto contrasto visivo i duri corpi vulcanici dai fianchi ripidi e dalle cime coniche.
Le vicende climatiche, l'evoluzione della vegetazione e l'insediamento umano hanno in seguito completato l'opera con importanti e decisive trasformazioni.
La varia natura geologica dei terreni derivati dal disfacimento in superficie del substrato sedimentario o vulcanico, la morfologia attuale fatta di piccole cime a perimetro chiuso ed esposizione variabile e le caratteristiche ambientali attuali rendono i Colli Euganei un territorio davvero prezioso per la biodiversità. Qui il clima è generalmente più mite rispetto alla pianura, sia in estate che in inverno, con variazioni termiche meno marcate. Così, nei pendii esposti a meridione dove i raggi solari arrivano più diretti e carichi di calore, vegetano molte specie peculiari della flora mediterranea; al contrario, nei freschi e ombrosi versanti settentrionali e nelle strette incisioni vallive formate da corsi d'acqua per lo più temporanei, si insediano specie amanti di climi freschi, alcune di esse lasciateci in eredità da epoche glaciali lontane.
La stagione fredda sui Colli è spesso allietata da giornate con aria tersa e serena; se ci si alza di quota, mentre la pianura riposa nella nebbia, si può assistere al suggestivo fenomeno dell'inversione termica, che fa apparire le cime delle colline come isole in un mare di nuvole, quasi a riportare alla mente la distesa d'acqua dell'antico mare che un tempo lontano caratterizzava il paesaggio.
Importanti variazioni dipendono, oltre che dalla morfologia e dall'esposizione, anche dall'inclinazione dei versanti e dalla presenza di roccia esposta al sole riflettente i caldi raggi luminosi, come avviene ad esempio nelle numerose cave dismesse.
Le attività estrattive hanno lasciato ripide pareti, sia di calcaree e argillose rocce sedimentarie, un tempo sfruttate per produrre calce e cemento, sia di Trachite e altre vulcaniche, importanti materie prime storicamente estratte per la realizzazione di manufatti e pavimentazioni di vie e piazze nelle zone più nobili del centro di Padova, Venezia e molti altri paesi e città del Veneto.
Alcune volte queste ferite inferte dalla mano dell'uomo sono state mortali per le colline, irrimediabilmente trasformate o addirittura cancellate dalle mappe; in molti casi, tuttavia, grazie al lento, inesorabile cammino dell'evoluzione naturale e all'aiuto dato con progetti specifici, la vegetazione ha preso possesso di questi particolari ambienti "nuovi" per i Colli Euganei. Specie pioniere di piante e animali colonizzano ora le vecchie cave di roccia e contribuiscono ad arricchirne la biodiversità.
Risorsa peculiare dei Colli Euganei, che oltrepassa per fama i confini nazionali, è senza dubbio la presenza di uno dei più importanti ed estesi comprensori termali a livello europeo, nei comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Galzignano Terme e Teolo.
La natura delle acque termali è stata oggetto di studio approfondito attorno alla metà degli anni '70, quando fu possibile ricostruirne l'origine grazie ad un modello di circuito sotterraneo di tipo geotermale e, di conseguenza, venne abbandonata la teoria comune dell'esistenza di un riscaldamento dovuto a magma ancora latente in profondità; il vulcanesimo che ha generato i Colli è troppo antico e ormai esaurito per originare ancora una sorgente attiva di calore.
Secondo il modello proposto, le acque derivano da precipitazioni in zone montane nel territorio delle Piccole Dolomiti (Recoaro, Valdagno, M. Pasubio), da dove iniziano una lentissima discesa in sistemi di frattura nelle rocce sedimentarie, raggiungendo una profondità di circa 3000 m. fino ad incontrare un antichissimo basamento cristallino impermeabile. Durante il loro cammino sotterraneo, favorito anche dall'assetto geologico dell'area prealpina e padana, esse aumentano progressivamente la loro temperatura, grazie al calore interno della terra, fino a superare gli 87°C. In prossimità del comprensorio euganeo, la risalita dell'acqua è possibile grazie all'ostacolo fisico che la stessa trova nelle rocce vulcaniche solide e compatte e da una serie di fratture locali che favoriscono meccanismi di pressione idraulica. Arricchite di una leggera radioattività e caricate di vari e preziosi componenti minerali, presenti nelle rocce attraversate, quando arrivano in superficie il contenuto salino delle acque è collegato alla temperatura.
Gli elementi chimici più comuni sono: sodio, potassio, cloro, magnesio, zolfo, bromo, iodio e silicio. L'acqua termale è fondamentale per la preparazione, in apposite vasche, del fango vegeto-minerale, l'elemento curativo caratteristico del bacino termale, ottenuto dalla spontanea mineralizzazione di particolari alghe microscopiche.
In collaborazione con l'Ente Parco, i centri termali hanno avviato e in alcuni casi già ottenuto (Abano Terme, Galzignano Terme, Battaglia Terme e Teolo), la certificazione EMAS delle Terme al fine di migliorare la qualità dell'ambiente e dell'offerta turistica.

 

 


 

 

Among rocks, nature and man
Geology and Environment

The Euganean region is a striking and probably unique example of how geological events, the evolution of the natural environment, and centuries of human habitation, are so intertwined that they cannot be studied and understood separately from each other.
An authentic open-air laboratory for the teaching of geology, the Euganean Hills emerge from the plains almost as a prologue to the not too distant Berici foothills and the pre-alpine slopes; together, they share the history of an ancient sea that, in the Mesozoic Era, covered much of the area.
The oldest outcrops of rock are sedimentary. The red ammonite, a limestone dating back to the Jurassic Era (about 150 million years ago) that takes its name from the ammonites, extinct sea molluscs with a spiral shell, is a rare rock formation here and emerges only at Cinto Euganeo, in the Fontanafredda area.
Above the red ammonite, following a reverse timeline, we find other sediment layers, which are gradually more recent.
Biancone is a clear fine-grained limestone, widespread in the area of Villa Teolo, near Bastia and Fontanafredda. Very different in aspect, but related to it, is a softer and darker rock, argillite, brought to light at the Bomba quarry near Cinto Euganeo, where were found important fossils from ancient tropical marine environments. These are now on show at the Museum of the Province of Padua at Cava Bomba, housed in the evocative atmosphere of the Industrial Archaeology Complex, formerly an abandoned limekiln.
To the Biancone follows the Scaglia Rossa, an argillaceous thickly layered pinkish limestone that was formed by sea deposits between the upper cretaceous and the lower Eocene periods, thus past the boundary between the Mesozoic and the Cenozoic or Tertiary eras.
Commonly called "scale" (scaglia), it is certainly the most popular among the Euganean sedimentary rocks, especially in the area between Cinto Euganeo, Valle San Giorgio, Baone and Arquà Petrarca.
From the scaglia quarries, now no longer in use, come a number of fossil species, including sea urchins and shark teeth.
Chert, a gray, black or rose coloured rock of marine origin, is widespread among sedimentary rocks, particularly in biancone and scaglia. It was used by the ancient inhabitants of these hills, who skilfully exploited its properties to create sharp tools for hunting and daily use.
In this hilly region, the sedimentary series ends with the Marna Euganea. A clay-rich material, the marl is very brittle, tender, stratified, and mostly gray, and still appears in outcrops dating as far back as the Lower Oligocene era.
The extraction of marl in the area of Monselice, Rivadolmo, and Cinto Euganeo, served in the past for the production of cement.
The Tertiary era saw the beginning of the great transformations due to the more common and characteristic volcanic phenomena that still clearly distinguish the unmistakable lines of the Euganean landscape. Volcanism is clearly divided into two distinct phases.
The first activity dates back to the Upper Eocene (about 43 million years ago), almost simultaneous with other important phenomena in the pre-alpine region that contributed to the formation of the Alpine chain.
Submarine basaltic lava eruptions, very smooth and rich in gas and vapour, poured and expanded unto the bottom plate of the ancient sea, forming low and fast solidifying accumulations upon contact with the water, and large amounts of exploded products, such as ashes and lapilli, formed thick layers of tuff among the mud of the seabed.
Today, what remains of this first phase is found in the volcanic outcrops of the Central Hills.
It was only the second volcanic phase that gave its final shape to the present region. After a period of quiet, the early Oligocene (about 35 million years ago) saw a strong resumption of volcanic activity.
Acidic and very viscous lava materials, rich in silica and of very different composition than those of the first phase, flowed abundantly to create a unique area in the Venice region.
From the cooling, arose rocks like trachyte, rhyolite, and latite, and strands of basalt. The strong push of magmas lifted and fractured in various ways the ancient layers of the seabed that until then had kept its original shape. This is when the new morphology of the Euganean region, with its unique and charming character, was formed. The gently rolling and rounded hills, called Laccoliths, consist of a swelling of lava which cooled underneath a roof of older sedimentary rocks. Their name comes from the erupting laccoliths that broke through the limestone roof when the magma continued its upward momentum. There are many steep and rugged features that were formed by the release of magma, like the spectacular trachytic rock wall of Rocca Pendice, between Castelnuovo and Teolo, best known today for its numerous climbing trails and for being a protected natural nesting site of the peregrine falcon.
At the end of the volcanic period, the highest peaks probably emerged like an archipelago of steeply rocky islets in the ancient Padano Sea. Much later, the emergence from the sea and the selective erosion of a million years, created a more varied landscape. The softer sedimentary cover was partly dismantled by the atmospheric elements and the hard steep volcanic flanks and the conical peaks were now displayed in a clear contrasting view.
The evolution of vegetation and human settlement subsequently completed the work of transformation with major and decisive changes.
The varied geology of the land derived from the surface decay of the sedimental or volcanic substrate. The present morphology of small peaks with closed perimeter and variable exposure and the characteristic weather, make the Euganean Hills a very valuable region for biodiversity. The rainfall and the average annual temperature are similar to that of the surrounding plain, but, in the hills, the climate is milder and, in winter, the thermometer does not drop below zero as frequently and for as long. This explains how the southerly exposed hills, bathed in more direct sunlight, can easily support vegetations of olive trees, cypresses, laurels, brooms and other unique species of Mediterranean flora.
The cold season in the hills is often accompanied by dry days and clear skies, while the plain below seems to rest in fog. This phenomenon, due to thermal inversion, is very suggestive, bringing up the tops of the hills like islands in a sea of clouds, as a reminder of the expanse of water of the ancient sea that once characterized the landscape.
Similarly, in the summer, the climate of the Hills is cooler and less humid than the lowlands.
In general, the greatest warming occurs on the southern slopes, while the opposite is true for north-facing slopes or within the narrow valleys.
On opposite sides of the same hill can therefore occur environmental conditions that create very contrasting microclimates. Important climatic differences not only depend on morphology and exposure, but on the inclination of the slopes and the presence of bare rock that reflects the warm sunrays, as in the many disused quarries.
Mining activities have left steep, calcareous, or argillaceous walls of sedimentary rocks, once used to produce lime and cement.
Trachyte and other important raw materials of volcanic origin, were historically mined for the production of slabs and blocks to pave the streets and squares of the most noble parts of Padua, Venice and many other cities in Veneto. Sometimes, the wounds inflicted by man to these hills have been fatal, irreversibly transforming them or even erasing them off the maps. However, due to the slow but inexorable process of natural regeneration, and at times with the assistance given by man with specific projects, in some places the vegetation has reclaimed possession and created particular environments, new to the Colli Euganei.
Pioneer species of plants and animals now colonize the old rock quarries and contribute to an enriching biodiversity.
An important natural resource of these hills, whose reputation crosses national boundaries, is without doubt the presence of one of the most important and extensive network of thermal springs and spas in all of Europe, centred on the towns of Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme and Terme Galzignano.
The nature of these thermal waters has been the subject of a study in the mid 1970s which retraced their origin to a system of underground geothermal circuits, therefore disproving the proposed theory of the existence of magna still latent deep underneath. The volcanism that created the Hills is now too old and exhausted to still generate an active source of heat.
According to the proposed model, the waters originate from rain precipitation in the mountainous territory of the Little Dolomites (Recoaro, Valdagno, M. Pasubio) where they begin a slow descent along a system of fractures in the sedimentary rocks, reaching a depth of 3000 metres until they are stopped by an ancient impermeable crystalline stratum.
During their underground journey, which is aided by the geology of the Padana area and the pre-Alpine valley, they are constantly increasing in temperature because of the increasing heat deep inside the earth.
In the Euganean region, the resurfacing of the waters is made possible by the physical obstruction of the solid and compact volcanic rock and by a series of fractures that practically constitute a hydraulic pressure system. Enriched with a slight radioactivity and loaded with various components and precious minerals found in the rocks they filter through, they reach the surface. Their salinity is linked to their temperature: the warmer and deeper wells, which may exceed
87°C, have dissolved minerals of the order of 5-6 g/I. The most common chemical elements found are sodium, potassium, chloride, magnesium, sulphur, bromine, iodine and silicon.
The thermal waters are essential for the preparation, in special tanks, of the vegetal-mineral mud, which is the characteristic healing element of the thermal basin and is obtained from the spontaneous mineralization of particular microscopic algae.
In collaboration with the Park Authority, most thermal spas have applied for, and some (Abano Terme and Galzignano Terme) have already obtained, the EMAS certification for Spas attesting their success in improving the quality of the environment and of the tourist reception.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TERME EUGANEE >>>>>>

 

 

 

 

 

Potete ordinare la vostra copia del "Parco dei colli euganei" online oppure lo trovate in edicola e potrete godervi le immagini ad alta risoluzione. Contattateci per eventuali richieste.

Contattaci

 

Le Tre Venezie Editoriale
Direzione:

Via Zermanese 161,

31100 Treviso,

tel e fax:

+39 0422 404807

 

DesignLeTreVenezieonline.